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Nomadi Digitali e lavoro

da Redazione
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Viaggiare e lavorare è davvero possibile? E’ una delle domande più frequenti, soprattutto negli ultimissimi anni, da quando la pandemia ha costretto molti a rivedere le proprie abitudini e gli stili di vita. Un tema che abbiamo spesso affrontato sulle pagine di Girare Liberi, ora riceviamo un interessante riflessione di Aurora Righetti, digital nomad e tutor di GoStudent, che ha stilato un vademecum per intraprendere con successo la professione di insegnante online e poter girare il mondo lavorando.

Ormai, statistiche alla mano, quasi 1 italiano su 10 ha fatto del nomadismo digitale il proprio stile di vita, cambiando radicalmente la prospettiva di approccio al lavoro. Sono sempre di più i professionisti che cambiano lavoro o città, iniziano a viaggiare, oppure danno più spazio agli affetti e al tempo libero. La ricerca di nuovi orizzonti in nome della ‘Yolo Economy’ (acronimo di You Only Live Once, si vive una volta sola) può spesso voler dire lasciare la propria occupazione, ma anche trovarne una nuova, da dipendente o da libero professionista, più adatta alle proprie esigenze. In questo senso, il digitale apre frontiere enormi rispetto al passato. Oggi si può adattare il lavoro al proprio stile di vita e viaggiare lavorando – o lavorare viaggiando – non è più un miraggio, ma una possibilità concreta. Secondo un’indagine condotta dal portale di viaggi Volagratis, il nomadismo digitale è già stato scelto dall’8,4% degli italiani – contro il 5,7% dei francesi e il 7,8% dei tedeschi. Soprattutto, attira oltre il 64% della nostra popolazione: c’è chi si sta informando a riguardo (21,3%) e chi, per ora, si limita a sognare ad occhi aperti (43,1%).

Tecnologia e web offrono, oggi come oggi dopo che la pandemia ha dato un fortissimo impulso alla digitalizzazione, infinite possibilità professionali a chi desidera iniziare un’esperienza da digital nomad. Quali sono gli impieghi più gettonati? Ovviamente moltissimi negli ambiti di programmazione, grafica, fotografia e video, consulenza, traduzione, giornalismo, ma anche nel marketing management, come SEO specialist, social media strategist, copywriter e i vari campi, nuovissimi per molti, di blogger, content creator, influencer e dropshipper (vendita online senza avere il magazzino fisico della merce che è tenuto da altri, ndr). La maggior parte dei nomadi digitali e remote worker lavora in settori ad alto valore aggiunto, con competenze che spaziano dal mondo della comunicazione all’insegnamento, passando per imprenditoria, information technology, traduzione e marketing.

Ci sono poi tanti altri aspetti pratici da verificare per girare il mondo lavorando, non bastano le buone intenzioni e la sola voglia di cambiare stile di vita. Aurora Righetti, digital nomad e tutor della piattaforma di e-learning e ripetizioni GoStudent, come accennato ha stilato una lista di consigli per tutti coloro che vorrebbero abbracciare il nomadismo digitale guadagnando con l’insegnamento online (o allo stesso modo con molte altre professioni digitali), ma non sanno da dove iniziare. L’esperienza di Aurora offre un esempio calzante di come si possa essere nomadi digitali, lavorare e conseguire un master allo stesso tempo.

Assicurarsi di avere accesso ad una rete internet e verificarne l’affidabilità con dei test. Banale, ma la vita di un nomade digitale dipende da una buona rete internet, sicuramente il più grande ostacolo per chiunque voglia lavorare da remoto. Oltre ad assicurarsi che il luogo in cui si è scelto disponga di un collegamento ad internet, consigliabile eseguire verifiche preventive per verificare che la connessione sia stabile e ad una velocità adeguata (almeno 400 kb/s). A questo proposito, possono tornare utili alcuni siti, come Fast.com o Speedtest.net, con cui è possibile condurre dei test.

In mancanza di una connessione Wi-Fi adeguata, è possibile utilizzare il proprio smartphone a mo’ di hotspot servendosi dei dati mobili del telefono per connettere a internet un altro telefono, un tablet o un pc. Questa può essere un’opzione se ci si trova in Unione Europea, ma può diventare molto dispendioso in altri Paesi, dove il roaming comporta ancora costi aggiuntivi per l’utente che effettua chiamate o naviga in rete. Una buona soluzione è quella di munirsi anche di un hotspot portatile. In questo caso, basta acquistare una SIM card locale, ricaricarla con del credito, inserirla nell’hotspot e collegarsi ad internet.
Per i nomadi digitali e remote worker che si spostano frequentemente al di fuori dei confini europei, è consigliabile avere un hotspot che offra una connessione veloce alla rete, senza la necessità di acquistare SIM card locali, come lo Skyroam Solis, un hotspot LTE portatile che permette di fare a meno della SIM e garantisce connettività 4G in oltre 130 nazioni del mondo.

Ricorrere a una VPN per navigare in sicurezza. La più grande minaccia informatica per i nomadi digitali è l’utilizzo di connessioni non protette. Per prevenire attacchi malware e garantire un alto livello di sicurezza a sé stessi e ai propri clienti o studenti, nel caso specifico dei tutor online, la soluzione migliore è installare una VPN (Virtual Private Network), una rete virtuale privata che esegue la crittografia di tutti i dati inviati e ricevuti e impedisce di monitorare la posizione e l’attività online, garantendo così privacy, anonimato e sicurezza. Utilissima in caso di viaggi in Paesi con limitazioni dei servizi online su base geografica.

Dotarsi di cuffie per attenuare i rumori ambientali e mantenere alta la concentrazione. Una buona cuffia, meglio se con microfono a cancellazione attiva del rumore, è senz’altro un ottimo investimento da fare per poter lavorare da remoto. Un buon headset consente di attenuare i rumori di sottofondo e mantenere la comunicazione chiara ed efficace, per poter svolgere la propria professione anche da luoghi molto rumorosi, come gli aeroporti.

Trovare una valida alternativa all’ufficio: bar, biblioteche e coworking offrono ottime soluzioni. Il lavoro da remoto ha preso sempre più piede ed è diventato più semplice trovare degli spazi, al di fuori del proprio alloggio, da cui lavorare in tranquillità. In quest’ottica, possono tornare molto utili app come WorkFrom, grazie a cui è possibile identificare i coworking e gli spazi da cui lavorare presenti nelle vicinanze.
Spesso le biblioteche permettono di riservare delle valide postazioni. Altrimenti, una buona opzione possono essere anche i caffè, gli ambienti polifunzionali o i coworking.

Optare per alloggi ‘digital nomad-friendly’. Per chi non si muove in camper, la ricerca dell’alloggio è un aspetto fondamentale per qualsiasi viaggiatore, ancora di più per coloro che hanno la necessità di coniugare viaggio e lavoro. Con il diffondersi del nomadismo digitale, stanno nascendo sempre più strutture studiate appositamente per sposare le esigenze. Un esempio è la catena di ostelli Selina che, oltre ad offrire sistemazioni di alto livello ad un prezzo abbordabile, mette a disposizione dei propri ospiti spazi di coworking, da cui poter lavorare in tutta tranquillità. Una struttura ‘digital nomad-friendly’ permette di svolgere qualsiasi occupazione online direttamente dall’hotel, senza dover trovare luoghi alternativi da cui lavorare, entrando in contatto con molti altri digital nomad con cui scambiarsi idee ed esperienze.

Preparare con anticipo le lezioni (o altro materiale necessario). Nel caso dei nomadi digitali questo aspetto risulta cruciale: l’aver abbracciato uno stile di vita ‘alternativo’ rende, infatti, più soggetti a contrattempi, fuoriprogramma o imprevisti rispetto ai lavori da postazioni e con orari tradizionali. Pianificare gli argomenti da trattare e la scaletta della lezione con largo anticipo è un’ottima strategia per minimizzare qualsiasi inconveniente dell’ultimo minuto e garantire sempre la massima professionalità e qualità di insegnamento ai propri studenti.

Utilizzare i propri viaggi come spunto per l’insegnamento. Essere autentici è un ottimo modo per rendere interessanti le proprie lezioni e far sì che possa nascere una bella sinergia con gli studenti. In questo senso, i viaggi offrono infiniti spunti e permettono al tutor di far emergere il proprio lato più genuino e personale. Nel caso specifico degli insegnanti di lingue straniere, il tema del viaggio può essere incorporato nelle lezioni di grammatica in cui si affrontano i tempi verbali, così come in quelle di vocabolario. Anche gli argomenti di attualità e geopolitica vengono solitamente accolti bene dagli studenti, soprattutto da quelli più grandi o con un livello di padronanza della lingua già avanzato.

Chi è Aurora Righetti
Sono originaria di Jesi, ma negli ultimi anni ho vissuto tra Marche, Toscana, Francia e Costa Rica. Al momento faccio base ad Utrecht, nei Paesi Bassi, dove sto conseguendo un master in Intercultural Communication. Viaggio spessissimo, a volte anche per settimane, e durante i miei spostamenti continuo a seguire le lezioni online per il master e ad insegnare sulla piattaforma di e-learning GoStudent. Sono una tutor d’inglese e mi piace raccontare agli studenti dei miei viaggi per accrescere in loro la motivazione e dimostrare quanto una buona conoscenza delle lingue straniere sia imprescindibile per viaggiare o trasferirsi all’estero. Nel 2023 ho in programma di andare ancora più lontano: destinazione Sud America. Al momento, i Paesi che sto tenendo d’occhio sono Colombia e Costa Rica. In passato ho già avuto modo di insegnare online dal Costa Rica. Lì la differenza d’orario è particolarmente vantaggiosa: la mattina a San José coincide con il pomeriggio in Italia, che è il momento della giornata più gettonato dagli studenti per fare ripetizioni. Così posso concentrare tutte le lezioni nella prima parte della giornata e tenermi libero il pomeriggio per studiare o esplorare posti nuovi. Ho sempre avuto una forte vocazione per l’insegnamento e, grazie a GoStudent, ho potuto fare di questa mia passione una professione. Insegnare da freelance con GoStudent mi garantisce massima flessibilità, buone entrate e molte soddisfazioni personali, tutto questo senza dover mai rinunciare a viaggiare

La Tutor Community di GoStudent attualmente conta oltre 23.000 insegnanti freelance a livello globale e più di 2.150 solo in Italia. Per diventare insegnante è necessario collegarsi al sito https://www.gostudent.org/it/diventare-insegnante, inviare la propria candidatura e superare un processo di selezione in tre step, in cui vengono assodate sia la preparazione che la passione e l’attitudine all’insegnamento. Una volta passate le selezioni, è subito possibile iniziare ad insegnare

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