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Giro di vite sugli autovelox

da Redazione
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A cura di Roberto Serassio

Dopo che le multe comminate dai comuni hanno raggiunto la cifra record di 1,5 miliardi di Euro, il governo sta preparando un giro di vite sugli autovelox. Il ministero dei trasporti sta lavorando per rispolverare, al più tardi entro un mese, un decreto interministeriale che giace nei cassetti oramai da tredici anni. Queste le novità:
1. Il provvedimento disciplinerà le modalità di collocazione ed ‘uso dei dispositivi con cui vengono rilevatele violazioni dei limiti di velocità in base al criterio esclusivo della tutela della sicurezza della circolazione e di stimolare comportamenti virtuosi. Il decreto disciplina i casi in cui non si possa procedere alla contestazione immediata, per i quali si pone particolarmente l’esigenza che il cittadino non si senta “ingiustamente vessato” da questi dispositivi:
2. Il provvedimento stabilisce che i tratti di strada, dove gli autovelox possono venire utilizzati, devono essere individuati con un provvedimento del Prefetto ed inoltre, ci deve essere la distanza di almeno un chilometro fuori dei centri abitati tra il segnale che impone il limite di velocità ed il dispositivo: Anche nei centri abitati sono previsti obblighi di segnalazione minimi;
3. Scatta il divieto di installazione nelle strade in cui vigono limiti di velocità particolarmente ridotta: il provvedimento fissa condizioni per l’uso dei rilevatori, disponendo, ad esempio, che non si possano utilizzare sulle strade urbane in cui s’impongano limiti di velocità inferiori a cinquanta chilometri orari;
4. Per le strade extraurbane si può ricorrere all’uso dell’autovelox solamente nel caso in cui il limite di velocità imposto non sia ridotto di più di venti chilometri rispetto a quanto previsto dal Codice per quel tipo di strada. Esempio: sulle strade extraurbane principali, dove è fissato dal Codice il limite di 110 Km orari, il dispositivo può essere utilizzato solo se il limite è fissato ad almeno 90 Km orari, ma non per limiti inferiori;
5. Contro l’autovelox selvaggio e quindi per frenare la moltiplicazione dei dispositivi sulle arterie stradali viene fissata, per la prima volta, la distanza minima che deve intercorrere tra un dispositivo e l’altro, distanza che sarà progressiva per tipo di strada;
6. L’uso di dispositivi a bordo di un veicolo in movimento possono essere utilizzati senza contestazione immediata solo nel caso in cui collocare postazioni fisse o mobili. E in ogni caso gli autovelox a bordo delle auto delle forze dell’ordine devono comunque essere riconoscibili.

Da non esperto di traffico non so se questi provvedimenti saranno risolutivi o innescheranno in quantità maggiore i contenziosi. Ad ogni modo è impensabile che in città come Firenze i cittadini siano arrivati nel 2023 a pagare una media di 198,6 Euro pro capite in multe. Secondo l’assessore alla mobilità fiorentino, sono i turisti che arrivano da fuori città ad essere sanzionati, infatti solamente due multe su dieci riguardano i cittadini di Firenze. Inoltre, sempre secondo l’assessore, le infrazioni fatte per l’ingresso abusivo nella Ztl e nelle corsie preferenziali, che si suppone siano commesse soprattutto dai non fiorentini, superano siano in numero che in valore quelle per eccesso di velocità fatte con autovelox o telelaser. A questo punto mi chiedo, visto che le infrazioni sono per la maggior parte imputabili ai turisti con scarsa conoscenza del sistema circolatorio, non è che forse le segnalazioni che dovrebbero aiutare un forestiero a districarsi nel traffico fiorentino siano scarse o inesistenti e il comune stia speculando? Ai posteri l’ardua sentenza!
(Fonte Il Sole 24 Ore)

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