E’ facile constatare come il camper sia finalmente vissuto elemento “di peso” nel contesto dell’economia del turismo. E la convinzione che il ruolo del camperismo nella ricettività e nella valorizzazione dei territori ormai non è più un argomento ristretto al settore. Prova ne sia la recente presenza del Ministro del Turismo al Salone del Camper, il più grande evento nazionale che si svolge a Parma.
Soffermiamoci quindi su due aspetti che il camperismo – in quanto fenomeno economico – produce:
1 – economia familiare o individuale
2 – filiera della ricettività e ricadute sui territori.
Il primo tema, camper come veicolo di economia familiare, è sempre più argomento di scelta di gestione oculata del bugdet e massimizzazione delle risorse: far vacanza indipendente e a misura delle proprie capacità di spesa, con figli, con animali, perseguendo le attività sportive e – finalmente – usato anche come ufficio mobile o postazione per lo smart working. L’aspetto del camper van quale ideale strumento di lavoro ha perfino dato vita ad una innovativa azione associativa di professionisti accomunati dal “viaggiare e produrre in remoto”.
Per qualunque ragione si decida di acquistare o noleggiare un camper o un più compatto e automobilistico minivan, non si può ignorare la ricaduta economica sui luoghi che il camperista visita o dove si ferma mentre lavora (vedi anche https://smartworkingmagazine.com/vanworking/)
Ecco che la ricaduta della “camper economy” sui territori, soprattutto ove è scarsa o assente la disponibilità alberghiera, diventa un argomento ghiotto per le Amministrazioni locali, gli enti e tanti operatori locali, sia produttori (cantine, artigiani, ristoratori …) che poli di attenzione culturale (musei, fondazioni, circuiti archeologici e percorsi tematici). Vedi anche https://www.girareliberi.it/aree-di-sosta-camper-investire-sul-turismo-in-liberta/
Vorrei, in questa digressione, toccare un tasto più delicato, di interesse della filiera distributiva; concessionari, noleggiatori e riparatori.
Il tema è la prospettiva annunciata di contrazione delle vendite di camper nuovi. I venti di crisi, l’aumento dei prezzi, l’incertezza circa la sopravvivenza di aziende in tutta Europa che stanno già dando primi segnali vendite di veicoli nuovi emergeranno presto anche in Italia.
Per questo il noleggio potrà veramente rappresentare opportunità o addirittura la salvezza di molti operatori. Lo sanno bene anche i costruttori, come il gruppo francese Trigano lo ha già fatto capire: il noleggio sarà un asset determinante della filiera camper. Soprattutto in Italia, meta unica di viaggio e soggiorno.
E’ logico quindi aspettarsi che anche gli attori finanziari (banche, società di leasing e retail finance) porranno volentieri i propri strumenti finanziari verso il “long term rental”. Questo sarà innegabilmente un vantaggio per il rivenditore di camper e van. Ai concessionari, oggi, conviene puntare sul noleggio, più che sulla vendita.
I veicoli destinati al rent rappresentano un ghiotto fatturato per costruttori e allestitori: un camper acquistato per finalità noleggio viene pagato appena esce dalla produzione, produce reddito dal noleggio e si vende dopo 12/24 mesi a prezzi sicuramente interessanti. Questo iter interessa anche le finanziarie che espanderanno loro formule e numeri del retail.
Posso anche facilmente pronosticare che – se l’ economia continuasse in questa direzione – la domanda di veicolo a noleggio potrà divenire surrogato all’acquisto che magari si risolverà nell’attesa di poter accedere a prezzi più convenienti di mezzi ex noleggio.
Non va neppure ignorata la prospettiva di ingresso di players automobilistici già preparati al noleggio come le grandi flotte di auto e furgoni oppure – non ultimo – le piattaforme di noleggio secondo la logica peer-to-peer (noleggio tra privati) che vedono crescente gradimento di utenti che accettano di buon grado fare una esperienza con camper e van di proprietari per niente gelosi dei loro camper.
Il fenomeno del noleggio camper tra privati è una realtà acquisita in aree geografiche non distanti dall’Italia e perfino benvisto dagli operatori. In Francia, per esempio, l’attività di sollecito al noleggio tra privati è un booster di vendite che favorisce il rinnovo dei veicoli. Il privato che noleggia il proprio camper ha necessita infatti del rivenditore e delle attività di officina. Il rivenditore è ben lieto nel sollecitare il ricambio di un camper ex noleggio verso un modello più nuovo, tecnologicamente accattivante.
Nel nostro Paese, gli operatori professionali si stanno organizzando con determinazione e l’associazione degli operatori Assocamp, ha inaugurato il progetto Rent&Service, una aggregazione di noleggiatori e officine che propongono sia veicoli che servizi di assistenza capillari sulla penisola. Un innegabile plus per chi desidera partire con un camper con la tranquillità di mettersi alla guida di un veicolo sicuramente di recente immatricolazione, preparato e controllato proprio per il noleggio, ovvero munito dei requisiti legislativi e assicurativi che tutelano il viaggiatore e il suo equipaggio.
La sintesi del ragionamento si condensa in un monito al nostro settore. Essere audaci anche in Italia e strutturare il rent in modo moderno: aumentare la disponibilità di veicoli da destinare al noleggio, dotarci dei moderni strumenti di prenotazione come le piattaforme di booking che facilitano il reperimento del prodotto e richiamano anche clientela estera (www.rentcamperitaly.it). Siamo tutti consapevoli che abbiamo da offrire una terra di viaggio unica e speciale, meta turistica aperta 12 mesi l’anno.
Foto: cortesia Mobilvetta-Sunliving