Negli ultimi decenni, lo sviluppo di forme di turismo low cost, la globalizzazione, la facilità di muoversi e l’uniformità delle mode e delle culture hanno deformato il senso profondo del viaggiare e hanno anche impattato negativamente sugli eco-sistemi dei paesi. Esiste, in realtà, un modo alternativo di essere viaggiatori. Un modo di fare turismo responsabile, sostenibile e a ritmi meno aggressivi, un turismo anche impostato sui principi di giustizia sociale, solidarietà, eco-sostenibilità per far progredire i territori, custodire le culture locali e rispettare l’ambiente. Le forme di turismo lento sono tutte formule di turismo responsabile e sostenibile. Le amministrazioni pubbliche ne sono sempre più consapevoli e attuano politiche a favore della conservazione del territorio e della promozione di un turismo sano e responsabile.
Cosa si intende per turismo responsabile
Il turismo responsabile si basa sugli stessi principi della teoria sulla “sostenibilità”, ovvero la giustizia sociale, economica e ambientale. In termini turistici questo si traduce in un turismo che non considera il viaggio come un prodotto di consumo, ma come un’esperienza di crescita personale e di benessere per i luoghi visitati. Significa incentivare l’economia locale e promuovere una mobilità green.
Secondo il vademecum elaborato dall’AITR – Associazione Italiana per il Turismo Responsabile – il turista consapevole e responsabile è chi «utilizza i servizi gestiti dalla popolazione ospitante (trasporti o strutture ricettive e del divertimento)». Si tratta di un modo per conoscere meglio il Paese, la sua popolazione e per favorire l’economia locale.
Viaggiare in camper, per esempio, è una forma di turismo lento e responsabile che permette di entrare in contatto con le tipicità locali, di adattarsi ai servizi offerti e di muoversi con rispetto e discrezione nei luoghi visitati.
La mappa del turismo sostenibile in Italia
Le caratteristiche dell’Italia comportano, nella pratica, diverse soluzioni di turismo sostenibile. Si possono considerare turismo sostenibile, per esempio, i cosiddetti alberghi diffusi e i boutique hotel. Si tratta di strutture ricettive ammodernate, investendo su sistemi di risparmio energetico, per esempio, e che non consumano suolo con l’edificazione di nuove costruzioni, bensì offrono vitto e alloggio sfruttando edifici ristrutturati all’interno di borghi storici o lungo riviere di interesse e rilievo paesaggistico oppure in rifugi di montagna.
Un esempio di queste strutture ricettive in Italia si trova frequentemente lungo la riviera ligure di Ponente o tra i monti della Barbagia in Sardegna.
In altre circostanze, il turismo sostenibile si traduce nella riconversione di edifici nati per altri scopi. È il caso, per esempio, del villaggio dei minatori di Narcao (Sulcis) in Sardegna diventato un eco-museo in grado di fornire anche accoglienza con una disponibilità di 40 posti letto. Un altro esempio virtuoso di riconversione pro-turismo sostenibile è l’ex-centrale termoelettrica di Porto Tolle diventata un polo turistico open air con spazi adibiti alla pratica di sport acquatici, aree dedicate allo sviluppo delle produzioni ittiche locali e agricole tipiche della zona.
L’AITR – a tal proposito – ha redatto una mappa del turismo sostenibile. Sono, così, segnalati i borghi d’Italia, le oasi naturalistiche WWF, alberghi e campeggi che hanno ottenuto la certificazione ambientale di Legambiente, agriturismi biologici certificati ICEA (Certificazione Etica ed Ambientale).
Si annoverano tra le tipologie di turismo responsabile anche le strutture di ristorazione e ricettive che svolgono un impegno etico sociale sul territorio come per esempio strutture che valorizzano i prodotti a chilometro “0” o di riqualificazione del territorio come l’esempio degli itinerari della Valle del Sosio (provincia di Palermo), oppure gli enti anti-mafia che propongono percorsi di visita o di ristorazione “pizzo-free”.
La promozione dell’e-mobility, infine, è un altro modo di promuovere turismo responsabile e sostenibile. Basti pensare alle piste ciclabili dell’Isola d’Elba, agli itinerari leopardiani a Recanati, i percorsi della costa d’Argento, l’uso dei mezzi elettrici a Ventotene, Ischia e in molti paesi della Sicilia.
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