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Turismo lento: etica e rispetto come linee guida

da Daniele Ceccotti
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La scelta di fare turismo lento ben si coniuga con i termini “etica” e “rispetto”.
Visitare e sostare in luoghi diversi dal nostro quotidiano, magari a bordo di un camper, oltre al piacere della scoperta e della meraviglia che spesso ci sorprende, comporta anche una responsabilità civica.

Il turismo plein air è una modalità di viaggio, con un veicolo che è anche casa, non si limita al rispetto delle norme stradali, a contenere lo schiamazzo dei bambini, a comprare prodotti locali. Occorre invece dissociarsi, quando sussiste, da quel presuntuoso atteggiamento da “consumatori dei luoghi” che si visitano.
Riflettiamoci un attimo. Visitare posti non è soltanto portare la nostra presenza fisica in un territorio – città, lago, montagna o borgo che sia. Bisogna ricordarsi che il turista è sempre un ospite, a patto che si comporti come tale. Altrimenti diventa un intruso o comunque una presenza non desiderabile, anche se può vantarsi di lasciare.

La riprova è il disagio che proviamo quando nelle nostre città sfilano persone evidentemente estranee alle nostre abitudini. Non sono necessariamente degli stranieri che vociano o turbano la pubblica quiete, tuttavia si rendono volontariamente distinguibili. Può essere un raduno sportivo piuttosto che nervose, allineate comitive. Sono viaggiatori, magari occasionali e compressi in orari dettati da altri. Resta il fatto che questi visitatori dimostrano poco o nullo rispetto di entrare ed occupare un luogo altrui. Anche quando quel luogo è pubblico, magari naturale e non necessariamente antropizzato, come un borgo o una zona di campagna.

Non è casuale che per la visita a luoghi sacri, in oriente come in occidente, si impone di essere coperti, spalle, gambe. E’ una forma di rispetto che va oltre il culto.
Chi viaggia spesso comprende molto presto quanto sia utile e conveniente anteporre il rispetto per il luogo che si visita rispetto al proprio comodo, alle proprie abitudini domestiche. Si tratta di educazione e senso di reciprocità. Diventa allora facile ricevere informazioni, anche se il dialetto o la lingua del posto non sono facili da comprendere.

Porre una domanda in modo garbato o cercare di spiegare anche a gesti ciò che cerchiamo diventa occasione di scambio, di rispetto del prossimo. Sarà gradito anche il nostro gesticolare tipicamente mediterraneo quando sia sostenuto da un sorriso sincero che esprime gratitudine. Allora siamo turisti etici, viaggio dopo viaggio.

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