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La nuova frontiera del Camper Lifestyle: conosciamo i fondatori di PAep Design

da Redazione
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Il mondo del camperismo è in continua evoluzione. Sempre più appassionati cercano soluzioni innovative per rendere il loro mezzo unico, confortevole e funzionale. Ma non solo il camper, anche i furgoni, i van, ogni tipo di veicolo. Ecco dove entrano in gioco gli allestimenti componibili.

La scorsa settimana abbiamo presentato gli arredi componibili S-moove per camperizzare van e furgoni (vedi https://www.girareliberi.it/s-moove-per-allestire-il-tuo-veicolo/): andiamo ora a conoscere i due fondatori e titolari di questa insolita azienda, che coniuga creatività e abilità tecnica.

Candida Toscano ha intervistato per noi Francesca Carpinello e Massimo Aversa.

Francesca e Massimo, una coppia nel lavoro e nella vita, entrambi architetti, hanno sposato una passione comune: l’amore per i viaggi, il movimento, lo spazio.

Fondatori di “PAep Design” e creatori di moduli d’arredo per van, camper, furgoni, con il loro innovativo sistema “S-moove” sono in grado di allestire temporaneamente, velocemente, e in modo personalizzato, ogni tipo di veicolo, e anche la casa. Insieme, condividono una creatività sfrenata, slegata da regole e decisamente anticonformista. Due anime nomadi, ma con i piedi ben piantati a terra e le idee ben chiare.

Cominciamo: “Ciao Francesca, ho visto i vostri lavori e vi faccio i complimenti! Ma come vi siete conosciuti?”

Francesca: Bella questa domanda non ce l’aveva mai fatta nessuno! Ho frequentato il politecnico di Milano, e una volta laureata sarei tornata in Valle, ma non condividevo il potere attrattivo che c’è in Valle d’Aosta, (= mi laureo e vado a lavorare in regione).
Questo pensiero era peggio di una peste bubbonica alle porte, non faceva per me, perciò ho sempre scongiurato l’incubo del posto fisso in Regione.
Già ero abituata a viaggiare, ho fatto 2 anni di Erasmus in Spagna, avevo la curiosità di esplorare. Volevo andare controcorrente: ho iniziato a mandare in giro un po’ di Curriculum.
Ero attirata da un architetto di Matera, Pietro Laureano, il responsabile dell’inclusione dei Sassi di Matera nel Patrimonio dell’Unesco.
Fortunatamente sono stata chiamata, e in un battito di ciglia avevo la valigia pronta ed ero fuori dalla porta di casa.
A Matera lavorava Massimo Aversa, nello stesso studio dell’architetto Laureano, ci siamo conosciuti lì.
Abbiamo fatto coppia e dopo poco abbiamo cominciato a stare stretti nello studio, per quanto il nostro datore di lavoro, l’architetto Laureano, facesse cose molto belle e interessanti.
Ma già allora lo spazio chiuso e delimitato di uno studio di architettura, seppur prestigioso, ci stava stretto.
Così dopo un po’ non abbiamo resistito e abbiamo deciso di diventare autonomi e di riavvicinarci a casa, eravamo entrambi fuori sede.
Massimo era di Napoli, e io di Nus. Così sono tornata in Valle, e Massimo è venuto via con me.
Ma in Valle d’Aosta si sa, gli architetti non mancano.
Come trovare un nostro mercato? Come differenziarci dagli altri facendo qualcosa che ci permettesse di mettere a frutto le nostre idee e di coltivare le nostre passioni?
Abbiamo iniziato con l’architettura classica, già prima del 2000, affiancando i primi studi di bioarchitettura con progetti di grafica pubblicitaria in 3D, sempre cercando di schivare le convenzioni.

“Cosa vi differenzia dall’architetto classico?”

La verità è che non ci siamo mai fermati di fronte alle regole perentorie: “fai come ti dico che va fatto!”. Abbiamo sempre cercato di girarci intorno.
Accettando la regola, che ha un suo fondamento, abbiamo voluto capire le reali esigenze di chi voleva costruire casa. Volevamo dare spazi idonei, spazi gradevoli e comodi.
In questo modo sono consapevole che ci siamo complicati l’esistenza ma la nostra priorità è, da sempre, dare spazio ai bisogni espressi e ai bisogni inespressi delle persone, dei nostri clienti.
Semplicemente, non ci siamo fermati alle misure predeterminate, di legge, per chi costruisce una cucina, ma abbiamo pensato alle esigenze di chi cucina, di chi mangia.
Così come lo spazio per stare in compagnia può essere dislocato in più punti, non per forza in salotto.
Prima di tutto per noi è fondamentale il dialogo con il committente.
Capire le sue esigenze per poi tramutarle in un progetto. Siamo arrivati così a fare cose diverse, come è successo con gli arredamenti modulari per camper, van, furgoni.
Abbiamo lavorato molto prima, in fase progettuale, e abbiamo pensato e realizzato moduli già pronti e componibili che si possono uniformare agli spazi disponibili. Qui è il sistema “S-moove” che si adatta al progetto dell’utente, in modo da snellire il processo.
Questo sistema modulare ha uno standard che, dopo anni di studio, può essere adattato ad ogni veicolo e anche ad ogni esigenza. Non è l’utente che si deve adeguare allo spazio del van, ma è il van che si adegua alle esigenze dell’utente. In un furgone sei in uno spazio talmente piccolo che devi inglobare anche lo spazio esterno, il paesaggio che ti circonda. E poi lo spazio immaginario. Devi avere a portata d’occhio cose suggestive, i tuoi colori, la tua infanzia.
Tutte quelle cose che ti fanno viaggiare e non restare indifferente, anche se sei fermo e anche se hai un mezzo piccolo e una visuale limitata.
Noi diamo attenzione a tutti e 3 i livelli di spazio e li maneggiamo tutti con la stessa cura: lo spazio piccolo, lo spazio immaginario, la suggestione.

“Qual è la sfida più grande per la vostra azienda?”

Rendere evidente al cliente che quando acquista un prodotto qualsiasi può sempre chiedere di più. Accontentarsi di uno spazio piccolo e angusto, mal arredato, solo perché è l’unico esistente, non va bene, è molto riduttivo. Questo è quello che ci differenzia dal settore del camper.
Un grande costruttore ci ha chiesto: “Ma perché lo fate? Perché non create un catalogo, come tutti noi?”
Il risultato del catalogo è che poi quasi tutti i costruttori di camper hanno spazi identici.
Ma noi vogliamo essere liberi di scegliere i nostri spazi interni, la nostra sistemazione ideale. Noi vogliamo andare incontro a questa specifica domanda di mercato che è reale ed esiste già, e sono i nostri clienti.
Vogliamo valorizzare al massimo gli oggetti che acquistiamo. Per noi un oggetto deve avere almeno 2 funzioni, spesso invece vediamo che ci vanno più oggetti per ottenere una funzione sola. Questo non va bene.
Solitamente in un camper ci sono 2 lavandini, 2 rubinetti, una doccetta supplementare per fare la doccia esterna, che utilizzerò una o 2 volte durante la vacanza. Questo è una cosa che noi cerchiamo di ridurre, siamo responsabili degli sprechi.
Uno dei concetti che cerchiamo di portare avanti è proprio ridurre i materiali e l’impatto sull’ambiente di quello che produciamo. Facciamo molta attenzione all’ambiente, alla sostenibilità, al riciclo, utilizzando al meglio il prodotto.
Poi, una volta a casa, il cliente può scaricare i moduli e usarli. E accade proprio così, perché son fatti per essere disposti come meglio credi (i clienti ci mandano le foto dei moduli posizionati in casa).
Sono personalizzati, sono creati come ti piace, grafiche e colori. In casa gli elementi continuano a trasformarsi in scrivanie, tavolini, lavelli, si sganciano e si agganciano. Sono trasformabili, li puoi comporre e scomporre, come un gioco.
Questo aspetto viene fuori nelle fiere, noi montiamo e smontiamo ed è un continuo trasformare lo spazio. La gente ci guarda e capisce che in tutto questo c’è un elemento di gioco e di divertimento.
La fascia d’età dei quasi sessantenni, che hanno conosciuto prodotti diversi e che hanno giocato con in giocattoli manuali, è incantata, divertita, è più pronta ad accogliere questa innovazione. C’è il capannello dei pensionati che ci guarda, sono ammirati, hanno una luce nuova negli occhi.
Molto più del trentenne che ha il Suv ed è disinteressato, in disparte.
Noi utilizziamo ancora il legno come materiale, del multistrato di betulla. Chi ha una certa età e manualità e ama modificare può divertirsi a fare manutenzione, può fare un foro, carteggiare, riverniciare, riposizionare.
Sugli altri camper i materiali non sono modificabili, sono fissi, e quando si rompono si devono cambiare. Non puoi intervenire, rimangono fissi e immutati.
Noi diamo più funzioni al veicolo, in termini ambientali ed economici.
Rimoduliamo ogni volta gli spazi. Per farti un esempio, se io una domenica voglio andare a farmi un giro in bici in montagna prendo il mio van, mi carico solo i moduli che mi servono, per esempio il wc e il lavello e mi carico solo la bici, tutto il resto lo lascio a casa.

“Qual è stata la richiesta più particolare che vi è stata fatta?”

Alcuni hanno voluto grafiche particolari. Abbiamo avuto una cliente col pallino di Van Gogh. Ci siamo messi a fare una ricerca all’interno della produzione dei quadri di van Gogh, è ciò che lei voleva, delle suggestioni. Poi abbiamo preso degli elementi, abbiamo dovuto scavare nello specifico nella richiesta della cliente e ne è venuto fuori un ottimo lavoro, molto personalizzato.
Un’altra famiglia ci ha chiesto se potevamo partire da alcune stampe di un altro artista molto particolare. Le abbiamo fotografate in 3 D, erano disegni con teschi, donne sgozzate e discinte, stile art nuoveau, sono venute fuori cose fortissime, d’impatto, non per tutti.
Nella parte strutturale abbiamo avuto un noleggiatore che ci ha chiesto di allestire un veicolo molto piccolo, e la sfida ci è piaciuta molto.
Il risultato è stato quello di permettergli di viaggiare in 5 persone nel suo mini doblò, potendo abbassare i sedili posteriori completamente una volta arrivati sul posto. Ci si sta comodissimi occupando tutto lo spazio con il nostro sistema, dai sedili di guida fino in fondo al veicolo spostando i nostri moduli da 5 cm in 5 cm. Questo sistema adesso è a catalogo, quindi abbiamo potuto diffondere questa nuova opportunità anche a vantaggio degli altri. Il bello del nostro lavoro è che possiamo accettare sempre nuove sfide e mettere il risultato a beneficio di tutti.
Ora stiamo accettando una nuova sfida interessante con un grosso costruttore di camper che ci sta chiedendo di integrare il nostro sistema all’interno dei suoi standard.
Chissà, potrebbe essere la chiave di volta, qualcosa di rivoluzionario, forse si può arrivare a cambiare il modo di fare i camper. Il sistema è super versatile e meno impattante, quindi accettiamo questa nuova sfida.

“Francesca, cosa vi direste se foste di fronte a voi stessi di 10 anni fa?”

“Francesca, vai avanti perché non ne hai sbagliata una”. Sembra di una presunzione assurda ma è così.
Quello che può essere sbagliato è qualcosa nel carattere, alcuni timori che ti rallentano, ma è qualcosa di più profondo che parte da molto lontano, si va più indietro, oltre i 10 anni.
Tu, Candida, oggi ci hai fatto ripercorrere tutto il nostro percorso fin dagli inizi, e tutto dimostra che siamo qui perché ci abbiamo creduto e abbiamo voluto arrivarci. E posso assicurarti che ne è valsa la pena.

“E tu Massimo?”

Uguale, tutte le esperienze, errori compresi, mi hanno portato ad essere quello che sono oggi, non tornerei indietro per nulla.
Mi piace molto la persona che sono oggi, mi sta bene come ragiono. Forse avrei potuto fare tutto molto più velocemente ma non avrei percorso tutte le strade che mi hanno portato qui, non avrei fatto ciò che ho fatto fino adesso.

“Le vostre prossime sfide e i progetti per il futuro?”

A prescindere dal mercato, che conosciamo da tempo, conosciamo gli addetti ai lavori, sappiamo quali sono le differenze tra strutture leggere come la nostra e le multinazionali molto strutturate. Quando ci si può incontrare ben venga perché può essere molto divertente.
Noi ci stiamo organizzando per portare avanti la modularità agli estremi, in tanti settori, abbiamo molte richieste, possiamo ampliare il nostro progetto.
Agenti di commercio, chi fa mercatini, venditori ambulanti, il nostro sistema modulare funziona bene anche per allestire gli stand.
Parchi ed aree protette che hanno necessità di essere molto mobili sul territorio, possiamo allestire punti visita volanti, punti di osservazione faunistica. Gli addetti ai lavori in questo campo ora hanno dei mezzi limitati, e si arrangiano di conseguenza.
Il nostro sistema modulare è ottimo per contenere, trasportare in sicurezza, è comodo e versatile nell’allestire spazi interni ed esterni.
Con tutti questi nuovi attori parliamo, e lo faremo sempre di più.

“E quale sarà la vostra visione fra 10 anni? Che farete?”

Dal dopo pandemia c’era la sensazione che ci fosse una richiesta pressante di star fuori, di libertà, così sembrava.
Ma continuiamo a pensare che il mondo dell’aria aperta non faccia per tutti. Non è per tutti il cercare così tanto gli esterni, scoprirli in autonomia. Forse il viaggio rimarrà ancora un po’ blindato nell’offerta attuale.
Nel nostro caso, da valdostani, ci è capitato spesso di prendere il furgone e di fare serata a pochi km da Nus, per poter vivere il territorio, il paesaggio.
Fra 10 anni noi saremo ancora in giro, e non ci saranno così tanti nomadi come faceva presagire l’apertura post pandemica. Sarà molto simile a oggi, saranno poche le persone realmente affamate di paesaggi.
Noi di certo non torneremo indietro.
Grazie per averci fatto delle domande suggestive.

Bene, e grazie per le vostre risposte! Ci vediamo in valle, a presto”.

Candida Toscano

www.candidatoscano.com

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