Home Mete Italia Con Odisseo nella Terra dei Ciclopi – settima ed ultima parte

Con Odisseo nella Terra dei Ciclopi – settima ed ultima parte

da Serena Fiorentino
312 letture tempo di lettura 10 minuti San Marco d'Alunzio

18 giugno – San Marco d’Alunzio (ME)
Prima che Roccella Mare si desti dal sonno in cui è crollata a fine serata, ci alziamo ed andiamo via. Salutiamo un mare piatto, calmo e trasparente. Per il nostro terzo week end siciliano consecutivo scegliamo un borgo “sospeso nel cielo” a 548 metri di altitudine in provincia di Messina. Sulla sommità del monte Castro, San Marco d’Alunzio domina sulla costa tirrenica da Capo d’Orlando fino a Cefalù, affacciandosi sulle Eolie da una posizione assolutamente strategica. Alontion per i greci, Haluntium per i romani, Demenna per i bizantini, San Marco per i normanni, questo paese è un vero scrigno di storia e di testimonianze di un passato glorioso da scoprire in ogni suo angolo.

Panorama da San Marco d’Alunzio

Parcheggiamo Odisseo in una cornice d’artista, fra la chiesa di San Salvatore, l’affaccio sui Nebrodi e quello sull’arcipelago delle Eolie. Ci dirigiamo verso il centro storico a piedi e, prima ancora di raggiungerlo, ci arrendiamo alla prima di una lunga serie di soste al tavolo del Beverly bar. Fra una granita e un mezzofreddo si comincia a parlare con chiunque passi da lì. La barista ci consiglia diversi luoghi da visitare nelle vicinanze, un signore intento a divorare un panino con mortadella e provola ci racconta del suo passato trascorso in servizio militare nel leccese, un ragazzo ci chiede informazioni sull’itinerario che abbiamo percorso in questi primi 18 giorni di viaggio… infine, come sempre, si finisce a parlare di cibo e di specialità culinarie siciliane. Questa volta tocca all’esaltazione delle panelle. Nel giro di un quarto d’ora ne vengo fuori con un chilo di farina di ceci e la ricetta! Non è poi così complicato preparare questa delizia, come non lo è per tutte le cose talmente semplici da risultare speciali. Un cibo povero: il cibo che, chi non aveva soldi, friggeva nello stesso olio di frittura utilizzato per friggere il pesce, in modo da far mangiare alla propria famiglia qualcosa che almeno ne ricordasse il gusto. Con un litro e mezzo scarso di acqua, mezzo chilo di farina di ceci, un pizzico di sale e un ciuffo di prezzemolo, le panelle sono pronte per essere fritte. Basta stare attenti a che il composto non contenga grumi e a che cuocia mescolando di continuo fino al giusto grado di consistenza.
Usciti dal bar, contenti di questo nuovo piccolo e prezioso bagaglio cultural-culinario che ci portiamo appresso, finalmente riusciamo a raggiungere il centro. Ventidue chiese, quattro musei, quattro biblioteche e un tempio; il tutto in un comune di poco meno di 2000 abitanti: questa visita si preannuncia affascinante.
Dai ruderi del castello normanno alla chiesa madre di San Nicola, dalle necropoli al museo bizantino, dal tempio di Ercole alla chiesa di San Basilio, continuiamo a salire e scendere per intricate gradinate che intersecano stretti vicoli in un su e giù che affaccia prima sui monti, poi sul mare, poi ancora sui monti. In questo andirivieni costellato da diverse altre pause caffè comodamente seduti sempre allo stesso tavolo dello stesso bar, conosciamo ogni persona che abbiamo la fortuna di incrociare con lo sguardo: dall’assessore che ci comunica le prossime iniziative culturali promosse dall’amministrazione, al signore che ci racconta i trascorsi storici lunghi 2500 anni di questo comune che a lungo ha saputo resistere alle incursioni saracene, all’anziana donna seduta all’ombra delle rovine del castello che ci indica i migliori ristoranti della zona. Torniamo al camper che ormai il sole è colato a picco nel mare colorando di rosso le pendici di Vulcano, Lipari e Salina. Domani mattina ci attendono alle 9:30 al museo della scienza e della tecnologia per regalare ai nostri bambini un’esperienza didattica interattiva alla scoperta della cultura scientifica e artistica della Magna Grecia e dell’Impero Romano.

(Area sosta camper comunale gratuita a San Marco d’Alunzio senza servizi in via Badia. L’amministrazione è in procinto di dotarla di servizi)

19 giugno – San Marco D’Alunzio (ME) – Ucria (ME) – Floresta (ME)

Ci svegliano i campanacci delle pecore e il cinguettio degli uccellini. L’aria è fresca e frizzante; il sole che sorge invoglia ad uscire dal breve letargo e ad iniziare a camminare. Come al solito, la prima sosta è al bar: sosta, come sempre, nefasta per la nostra linea. Mentre saliamo i tre gradini all’ingresso del Beverly, vedo uscire un uomo con un’enorme brioche giallognola ripiena di gelato: praticamente un invito a nozze. Arriverò all’appuntamento al museo pesante e gonfia come un palloncino, ma felicemente appagata dall’ennesima esperienza mangereccia.
Le sale del museo ci fagocitano per più di due ore. I bambini ne sono entusiasti. E’ una di quelle esperienze didattiche che dovrebbero essere patrimonio di ogni istituto scolastico dello Stivale. Sperimentiamo l’effetto domino, il teorema di Pitagora, il “P greco”, la fisica su cui si basano i pendoli sincroni e asincroni, le sedie dei fachiri e gli archi a tutto sesto. Qui l’eredità del passato viene valorizzata nel migliore dei modi e si lega perfettamente agli sviluppi scientifici e tecnologici del presente. San Marco d’Alunzio ci ha proprio conquistati e lo ha fatto in un modo così semplice, sincero ed intenso che ci spiace partire per proseguire il viaggio, ma i Nebrodi ci chiamano e noi vogliamo avventurarci.

Ucria

Puntiamo il navigatore su Floresta, il comune più alto della Sicilia, dove assaggiare la provola dei Nebrodi e il salame di suino nero. Ovviamente, come ogni volta che ci imponiamo una meta, questa salta!
A soli 5 chilometri dal paesino a 1275 metri di altitudine, dopo soli 40 chilometri percorsi in più di un’ora, troviamo uno slargo sterrato sulla statale 116 abitato da tre asini e un lama. Decidiamo di accostare per rilassarci solo un attimo, ma ci basta abbassare i finestrini di Odisseo per essere inebriati da un profumo d’arrosto che non lascia scampo.

Trattoria la Rocca

Alla trattoria “La Rocca”, ci imbandiscono immediatamente un tavolo da cui ci alzeremo solo a pomeriggio inoltrato, non prima di aver ricevuto un invito a fermarci anche per la notte. Digeriamo l’arrosto con una breve passeggiata fino alla Rocca San Marco, un riparo roccioso di arenaria circondato da un bosco di querce e pini. Il paesaggio tutt’attorno, del tutto incontaminato, è di una bellezza sconcertante.

Floresta

Prima che cali il sole e prima di risederci nuovamente a tavola, decidiamo che comunque a Floresta ci vogliamo arrivare. Percorriamo gli ultimi 5 chilometri e, una volta a destinazione, ci accorgiamo che la statale è momentaneamente impercorribile. Oggi si celebra il Corpus Domini e la strada è occupata dalla processione. Non aspettavamo altro: accostiamo, scendiamo e ci mettiamo in coda dietro al prete e alla ventina di persone che seguono, pregano e cantano. Visitiamo in questo insolito modo il piccolo paesino di 400 anime, per l’occasione ornato di altarini su ogni uscio e di pizzi e merletti che pendono da ogni balcone. Camminiamo sui petali di rosa sparsi sull’asfalto e respiriamo aria pura di montagna mista ad incenso.

(Sosta notturna a Ucria, ospiti della trattoria “La Rocca”, SS116)

20 giugno – Floresta (ME) – Randazzo (CT) – Zafferana Etnea (CT)

Randazzo

Dormire in montagna lontano dai centri abitati e sfuggire alla calura estiva è impagabile. Il silenzio e il buio qui sono assoluti. Prima di prendere sonno riusciamo addirittura a distinguere il rumore dei nostri respiri. Ci copriamo con un piumino da notti invernali e quasi ci verrebbe voglia di accendere il riscaldamento. All’alba ci svegliamo riposati come non lo siamo stati mai durante queste vacanze. Attraversiamo i Nebrodi e, una volta adocchiato il cratere fumante dell’Etna all’orizzonte, decidiamo che è tempo di cedere nuovamente al suo richiamo e di mantenere la promessa di tornare che avevamo fatto a Salvatore dell’area sosta camper Spuligni a Zafferana Etnea. Impostiamo il navigatore e via. Dopo una breve sosta a Randazzo dove ci concediamo la visita di due chiese e due musei nel giro di qualche ora, siamo nuovamente sulle sedie del “Cinema Paradiso” fronte Mongibello. Dopo 20 giorni di girovagare, la sensazione è quella di essere tornati a casa, accolti dal calore di Salvatore e dal ghiaietto nero di polvere lavica che si incastra fra le dita dei piedi a cui tanto ci eravamo affezionati.

museo a Randazzo

21 giugno – Zafferana Etnea (CT)
Triny, il nostro compagno di viaggio un pò acidulo, ha deciso che il suo viaggio sta per volgere al termine. Ormai è davvero vecchio, stanco, molto ammaccato e rinsecchito. In queste ultime tre settimane ha viaggiato a bordo di Odisseo per 1332 chilometri, ha camminato con noi a piedi per 84 chilometri e ha percorso 120 chilometri in treno. Il tour dell’isola cominciato all’ombra del vulcano ci ha riportati qui, al punto di partenza.
Se Triny sembra essere arrivato al capolinea, il nostro Odisseo invece sembra proprio a suo agio, nel suo mondo, pronto a sconfiggere il ciclope Polifemo, figlio di Poseidone, che abita l’interno del vulcano.
Posteggiato sulla polvere lavica col nemico in bella vista, vuole chiudere in bellezza questa sua avventura siciliana. Offrirà del dolcissimo vino al ciclope e gli dirà di chiamarsi Nessuno. Lo accecherà bruciandogli l’unico occhio con un bastone arroventato d’ulivo e si nasconderà con i suoi compagni fra le greggi. I ciclopi, svegliati dalle urla di Polifemo, si chiederanno cosa sia successo, ma Polifemo dirà che Nessuno sta cercando di ucciderlo. Odisseo se ne andrà via indisturbato, proseguirà il suo viaggio fino all’imbarco di Tremestieri e, una volta sul traghetto in direzione Villa San Giovanni, ci sarà solo da sperare che l’Etna non incominci a scagliare pietre verso Nessuno.
Siamo lì lì per tirare i remi in barca, quando Salvatore (il titolare dell’area di sosta, ndr) ci fa l’immancabile solita proposta: prendi tre notti e ne paghi due.
Come si può rifiutare?

(Area Sosta Attrezzata per Camper Spuligni, Via Paracquara, Zafferana Etnea. 20€/notte tutti i servizi compresi)

22 giugno – Zafferana Etnea (CT – Fondachello (CT)

la spiaggia di Fondachello

Mare limpido e ghiaietto policromo sotto ai piedi scalzi. Acqua gelida e subito profonda: rigenerante. Scegliamo la località “Fondachello”, sul tratto di costa tra Mascali e Fiumefreddo di Sicilia, per il nostro ultimo bagno sulle coste dell’isola.
All’area sosta Spuligni si sta davvero bene e i saluti si stanno facendo difficili e complicati. Sappiamo benissimo che il tempo stringe e bisognerà pur rientrare in Salento, ma continuiamo a strappare ogni brandello di tempo utile a queste ultime giornate e continuiamo a rimandare l’imbarco per la Calabria.
Come potremmo rinunciare ad un’altra giornata di calore siciliano o ad un’altra grigliata di polpette al limone alle pendici dell’Etna?
Lasciata la spiaggia, ci fermiamo in macelleria per un chilo di macinata. Dal fruttivendolo troviamo il limone e il prezzemolo. Una volta a Zafferana Etnea, Salvatore ci accompagna a scegliere qualche bella e grande foglia verde di limone. Prepariamo le polpette, le schiacciamo ad una ad una fra due foglie e le lasciamo in frigo ad insaporirsi.
Alle 8 la brace è pronta. Sul grande tavolo accanto al fuoco siamo quattro salentini, tre romani e due genovesi. C’è carne a sufficienza per tutti e Nerello Mascalese in abbondanza.
Si condividono informazioni sulla viabilità ed itinerari di viaggio, spese sostenute e luoghi da non lasciarsi sfuggire. Dopo cena, come ogni sera, ci fermiamo di fronte a qualcosa da bere per ragionare sul da farsi e per pianificare l’impianificabile. Questa volta la giornata si conclude con un pò di magone: prevediamo un imbarco in mattinata alla volta di Villa San Giovanni.

aspettando di imbarcarsi sul traghetto

Porterò con me l’amore sconfinato che questa terra e la sua gente ha saputo regalarmi; porterò il ricordo del buon cibo e dell’aria pulita. Questo resterà per sempre il viaggio di Salvo ed Elena di Avola e di Salvatore di Zafferana, il viaggio dell’arancin* e della stigghiola, dell’accoglienza impagabile delle comunità di Sutera e di San Marco d’Alunzio, dei panorami di Floresta e del barocco di Palazzolo Acreide. Questo sarà il viaggio di Odisseo che vince su Polifemo, il quale resta qui a sbuffarci un saluto di fumo, cenere e zolfo.

23 giugno Triolo (CZ)

Monumento ad Ulisse (Tiriolo)

Salutiamo Salvatore non senza una lacrimuccia che scivola leggera a rigare il volto. Questa notte mi son svegliata più volte. Sapevo che salutare l’isola sarebbe stato difficile, ma non pensavo che, per la prima volta in tutta la vacanza, sarei andata al letto nello sconforto dato dall’imminente fine della vacanza, senza aver scelto una tappa per la mattina seguente. Siamo andati a dormire senza meta e senza obiettivi se non un traghetto ad attenderci all’imbarco di Tremestieri, a sud di Messina. Strada facendo cerco per il nostro Odisseo la terra dei Feaci, una landa dove lasciarlo naufragare nudo e mendico ospite di un popolo che lo restituisca a se stesso. Troviamo i Feaci che dominano i mari e non conoscono la guerra a Tiriolo, nel punto più stretto della penisola calabrese, su un’altura in provincia di Catanzaro. Il monumento ad Ulisse è in piazza e canta qui la terra di Alcinoo e Nausicaa dell’Odissea, come ipotizzato dallo studioso Armin Wolf. Approdiamo in un angolo di Calabria capace di non farci rimpiangere la Sicilia. Siamo felici, accolti con un calore genuino. Nell’area sosta gratuita per camper incontriamo subito una coppia di spagnoli e due coppie di italiani intente ad improvvisare un aperitivo. Senza farci pregare, ci uniamo subito al gruppo e la malinconia svanisce in un istante. Scopriamo insieme ai nuovi compagni di viaggio un borgo autentico. Dall’alto delle rovine del castello ammiriamo ad ovest il mar Tirreno e a est il mar Jonio, visitiamo il Museo archeologico regionale “Giammartino”, conosciamo Luigi, l’assessore alla cultura che ci rende subito partecipi del suo orgoglio per questo paese incantevole, ci perdiamo fra i pizzi e i ricami dei costumi tradizionali e ripercorriamo la storia della particolarissima musica popolare calabrese attraverso gli strumenti musicali della tradizione, ci inerpichiamo fra vicoli e impervie gradinate ad incontrare anziane signore sedute sull’uscio di casa a lavorare al tombolo e gruppi di uomini che giocano a carte su tavolini di plastica ad occupare le strade. Tiriolo ci sta regalando un viaggio nella restanza che ha del prezioso e del commovente, un viaggio in una terra orgogliosa e fiera di resistere resiliente al tempo che scorre e spesso purtroppo cancella il passato.
“Restare significa raccogliere i cocci, ricomporli, ricostruire con materiali antichi, tornare sui propri passi per ritrovare la strada, vedere quanto è ancora vivo quello che abbiamo creduto morto e quanto sia essenziale quello che è stato scartato dalla modernità” (Da “Il senso della Restanza” di Vito Teti).

Panorama da Tiriolo

(Area sosta camper comunale gratuita a Tiriolo con servizi di carico, scarico, wc ed elettricità in via Magna Grecia)

24 giugno – Policoro (MT)
Il giorno della rassegnazione è giunto! In famiglia abbiamo deciso di comune accordo che la vacanza finisce qui. Oggi riporteremo a casa il nostro Odisseo rodato e pimpante e il piccolo Triny ormai prossimo alla dipartita. Una pausa pranzo all’ombra dei pini sul lungomare di Policoro ci aiuta ad interiorizzare la decisione presa. Lo spirito da full timers non può prendere il sopravvento quando si hanno due figli in età scolare con tutte le loro relazioni ed amicizie ben ancorate in un territorio. Abbiamo vissuto 24 giorni entusiasmanti, percorso 2270 chilometri in camper, 86 a piedi e 120 in treno. Abbiamo parlato tanto con chiunque, abbiamo mangiato troppo e troppo bene, ci siamo innamorati e legati a doppio filo a tanti luoghi speciali. In due parole: abbiamo VISSUTO!

Triny e Odisseo a Policoro

(Parcheggio ombreggiato gratuito a Policoro con tavoli per pic-nic in Largo Esperia)

Informazioni sul viaggio:
Partenza da Lecce
Km percorsi: 2270
Periodo: Giugno 2022
Equipaggio: 4 persone
Mezzo: Van Challenger Vany V114 max

Nota spese sostenute:
Gasolio: 350€ (consumo medio 8,5 lt/100 km, pari a circa 11,7 km/lt)
Autostrada: 7€
Aree sosta: (12 notti) 185€
Traghetto Villa San Giovanni – Tremestieri A/R 86€

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