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La Basilicata di Carlo Levi

da Serena Fiorentino
238 letture tempo di lettura 5 minuti Parco dei Calanchi di Aliano

Ripartiamo ancora, come ogni venerdì torniamo in Basilicata, il luogo ideale dove ritrovare il senso di una comunità dispersa dall’emigrazione e ora pronta a riconquistare il proprio paese. La Lucania ci sta conquistando con la sua bellezza, la sua umiltà, la sua semplicità. La Lucania ci ispira fiducia.
Per preparare questa partenza però non ci siamo accontentati della solita guida per camperisti, né della mappa stradale, né tantomeno delle app dove trovare le aree sosta con le recensioni migliori. A questa partenza ci siamo preparati con la buona lettura di un romanzo e con la visione di un film magistrale. Questa breve vacanza la ricorderemo come quella in cui “Cristo si è fermato ad Eboli”: un week end sulle orme di Carlo Levi.

venerdì
Aliano (MT)
Ci inerpichiamo su un colle argilloso a quasi 500 metri sul livello del mare; da qui dominiamo la Val d’Agri e il torrente Sauro. Finalmente, dopo 3 ore di viaggio, siamo ad Aliano, il paese che ospitò in confino Carlo Levi, il “Gagliano” del “Cristo si è fermato ad Eboli”. Parcheggiamo il van nell’area sosta camper comunale e iniziamo subito a camminare; questo centro storico invita a perdersi fra gli stretti vicoli e gli stupendi affacci su un panorama che mozza il fiato.
Un passo dopo l’altro tornano forti nella memoria le descrizioni che abbiamo trovato nel libro che ci portati fin qui: “Spalancai una porta-finestra, mi affacciai a un balcone, dalla pericolante ringhiera settecentesca di ferro e, venendo dall’ombra dell’interno, rimasi quasi accecato dall’improvviso biancore abbagliante. Sotto di me c’era il burrone; davanti, senza che nulla si frapponesse allo sguardo, l’infinita distesa delle argille aride, senza un segno di vita umana, ondulanti nel sole a perdita d’occhio, fin dove, lontanissime, parevano sciogliersi nel cielo bianco.” (citazione dal libro Cristo si è fermato a Eboli di Carlo Levi)
Giunti alla casa in cui Levi visse il confino ci prendiamo il tempo di una breve lettura. Così lui stesso la descrisse: «Contento della nuova solitudine, stavo sdraiato sulla mia terrazza e guardavo l’ombra delle nuvole muoversi sulle creste lontane, come una nave sul mare… Uscivo spesso nelle belle giornate, a dipingere: ma lavoravo soprattutto in casa nello studio e sulla terrazza… sulla mia terrazza il cielo era immenso, pieno di nubi mutevoli: mi pareva di essere sul tetto del mondo, o sulla tolda di una nave, ancorata su un mare pietrificato».

il busto dedicato a Carlo Levi ad Aliano

All’ora di cena stiamo ancora vagando a piedi senza meta. Affacciato sui calanchi c’è un ristorantino: “Gli amici di Levi”. Decidiamo di provarci e la sorpresa è delle migliori. Chiudiamo in bellezza il venerdì al sapor di strascinati con peperoni cruschi e arrosticini di pecora. Il gestore del locale ci ha addirittura omaggiato di uno splendido antipasto a base di bresaola di cinghiale e prosciutto fatto in casa e di un bis di strascinati. Non potevamo chiedere di meglio!


Area sosta camper comunale ad Aliano in via Piave, 33

Sabato
Guardia Perticara (PZ) – Grumento Nuova (PZ)
Appena svegli ci dirigiamo verso Guardia Perticara, che dista solo pochi chilometri. Su consiglio di chi è stato qui in camper prima di noi, tentiamo un parcheggio di fortuna di fronte al supermarket del paese, ma la sorte questa volta non ci assiste: tutto occupato. Rischiamo di incastrarci negli stretti vicoli e alla fine ci accontentiamo di un posteggio per auto in via San Vito, che ci vede un pò sporgenti sulla carreggiata e sul marciapiede. Mancando le alternative, decidiamo che va bene così. Si scende e si parte alla scoperta di uno dei borghi più belli d’Italia (bandiera arancione Touring Club Italiano).
Quella di Guardia Perticara è una storia antica che si inscrive nella dura faccia della pietra. Un grappolo di case su un rilievo su cui sono passate le orde saracene e diversi terremoti, ma tra distruzioni e abbandoni il paese è riuscito a mantenere la sua identità: case arroccate, gradinate e scale che si inerpicano fino al castello, balconi in ferro battuto, archi, portali, ballatoi, fontane.


Lo chiamano “il paese dalle case in pietra”. Guardia è un borgo che si percorre a passi lenti, incrociando gli sguardi delle donne sull’uscio di casa. Guardia Perticara è il paese in cui il regista Francesco Rosi è venuto a girare le scene di “Cristo si è fermato ad Eboli”, il luogo dove ha potuto ritrovare quell’atmosfera di paese altrove dispersa. A Guardia Perticara resiste orgogliosamente la pietra: quella pietra di Gorgoglione che dà vita alle case, alle gradinate, agli archi, e si sposa con l’aria fresca che porta i profumi dei boschi ed entra nei vicoletti senza incontrare resistenza.
Questo piccolo borgo ci accoglie per l’intera mattinata, prima della ripartenza verso non sappiamo ancora dove.

Lungo la strada che ci riporta nel fondovalle mi accorgo di essere a pochi chilometri dal Lago Pertusillo (lago artificiale sul corso del fiume Agri, uno dei maggiori della Basilicata, ndr).

lago artificiale di Pietra del Pertusillo

Propongo un pic-nic e tutti ne sono entusiasti. Abbandoniamo google maps e ci avventuriamo in tortuose stradine di campagna poco più larghe del nostro van. Nel verde del territorio di Grumento Nova, ci rendiamo conto di non poter proseguire. Siamo ormai a meno di 300 metri dalle sponde del lago e la strada si fa davvero troppo stretta. Optiamo per una libera sul prato e nessuno ne sembra infastidito, né il contadino che è al lavoro fra i filari di viti, né le pecore al pascolo, né tantomeno i carabinieri forestali di passaggio. Il paesaggio è stupendo e sa di primavera. Il verde domina sulla terra e si rispecchia nell’azzurro limpido del cielo. Pranzeremo qui, a pochi passi dal lago, nel bel mezzo del nulla della campagna lucana.
Dopo pranzo una veloce ricerca su internet ci dà l’indicazione giusta per un’attività culturale a cui dedicare l’intero pomeriggio: il museo archeologico nazionale dell’Alta Val d’Agri e il parco archeologico di Grumentum distano meno di 4 chilometri da qui.

scavi archeologici di Grumentum

La visita è sicuramente da non perdere e regala un salto nel passato che va dall’età del bronzo fino all’epoca romana. Il parco archeologico è situato in una splendida posizione fra i prati verdi e i boschi su cui si affaccia il comune di Grumento Nova.
Ci attardiamo qui fin quasi all’ora di chiusura, quando ci rendiamo conto di doverci muovere, se vogliamo trovare un posto comodo dove cenare e trascorrere la notte. A questo punto ricorro molto volentieri all’app PArk4night senza pensarci due volte. Prima che cali il sole siamo a Moliterno, in un’area sosta camper attrezzata che affaccia sulla vallata sottostante.
Area sosta camper a Moliterno in via Parco del Seggio

Domenica
Moliterno (PZ) – Bernalda (MT)
Il risveglio nel Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese, a quasi 900 metri d’altitudine, sa di Canestrato (formaggio che prevede l’uso di un canestro di giunco) che viene stagionato nei caratteristici “fòndaci”. Peccato però che il meteo non sia dei più clementi e che il forte vento unito all’insistente pioggia mista a neve, ci costringano ad assaggiare lo squisito formaggio lontano da qui. Percorriamo la strada statale 598 di Fondo Valle d’Agri nella speranza di lasciarci alle spalle il nuvolone grigio, che però ci accompagna carico di pioggia fin quasi a Policoro.
L’ultima sosta prima del rientro va improvvisata. Uno sguardo veloce alla mappa stradale e l’occhio cade su Bernalda. Deviazione minima e meteo clemente. Lasciamo Odisseo in un parcheggio in centro, dove i camper sono ben tollerati (via Guglielmo Marconi 52) e ci concediamo l’ultima passeggiata prima del rientro in Salento. Bernalda è il classico paesino d’impianto medievale con le case basse che, dipinte di bianco calce, ricordano tanto i comuni pugliesi della Valle d’Itria. Nella piazza fra il castello e la chiesa di San Bernardino, ci lasciamo catturare dal panorama sconfinato sulla valle del Basento. Il mare all’orizzonte ci preannuncia la fine della vacanza.

P.S. Se vi venisse voglia di prendere spunto da questi itinerari, sappiate che siamo una famiglia di 4 persone molto “wild”. Senza inverter e con una sola batteria collegata al pannello solare non abbiamo mai avuto necessità di energia elettrica a 220 volt. Con due cassette per wc Thetford da 18 litri (ne portiamo sempre una di scorta) non abbiamo bisogno di scarico nere per almeno 5 giorni. Idem per le grigie con un serbatoio da 90 litri. Quindi, se di qualche area sosta leggerete che è comodissima, ciò significa solo che è pulita, tranquilla ed in piano (non abbiamo mai usato i cunei sotto le ruote, che sono ancora a casa nel cellophane). Magari, se qualche servizio in qualche area attrezzata è momentaneamente inservibile o a pagamento, spesso non ci facciamo caso.

Foto apertura Giuseppe Cillis
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