07.12.2022 Chiaromonte (PZ)
I nostri 12 metri quadri commerciali profumano di pane caldo e pittule, di quasi inverno e di tradizioni. La vigilia dell’Immacolata, in Salento, è il giorno in cui si “lascia spenta la cucina”, il giorno in cui i bambini escono prima da scuola, il giorno del digiuno fino a mezzogiorno e del pranzo di magro, il giorno in cui non si apparecchia la tavola. Il 7 dicembre, in Salento, i commensali non si siedono e si servono da soli, farcendo il proprio “buffetto” (la tipica puccia con le olive nere) con un po’ di tonno, formaggio, capperi… e accompagnandolo con pittule e uova sode. E’ l’ora di pranzo e siamo ancora in provincia di Brindisi. Alle tradizioni non si rinuncia e lo stomaco pieno aiuta a pianificare tragitti. Come al solito bisognerà scegliere una meta prima dell’arrivo. Non sia mai che, per una volta, riusciamo a farlo prima ancora della partenza! Dopo quasi 70 chilometri di strada, le mete papabili sono ancora molteplici e noi viviamo nel limbo della decisione non presa: la Ndocciata di Agnone in Molise? Il falò di Fagnano Castello in Calabria? Lo “Spirtusa Vutte” a Chiaromonte in Basilicata? Mettiamo democraticamente la decisione ai voti per appurare, ancora una volta, che la nostra regione preferita, quella che ci ha rapito il cuore, è la Basilicata!
Ancor prima del tramonto siamo a Chiaromonte, un migliaio di abitanti in provincia di Potenza arroccati su uno sperone roccioso che domina la valle del fiume Sinni a Sud e quella del torrente Serrapontano a nord.
Nella pasticceria del piccolo paese una signora frigge “in diretta” i dolci tipici natalizi farciti di ceci e castagne, le cantine sono aperte e ci vengono offerti spezzatino di carne con i peperoni, bruschette con caciocavallo e tartufo bianco e vino novello a volontà.
In meno di due ore abbiamo fatto amicizia con almeno un quarto degli abitanti del posto e abbiamo visitato le case e le cantine di un bel pò di persone. Sarebbe bastato molto meno come conferma che la scelta di questa regione come meta per le vacanze non è mai sbagliata!
“Spirtusa vutte” si rivela una manifestazione deliziosa che esalta tutta la magnifica innata accoglienza dei lucani. Andiamo a dormire nella convinzione che Chiaromonte sia un paese da promuovere a pieni voti.
(Parcheggio senza servizi a Chiaromonte su SP65 nei pressi dello stadio 40°07’19.0″N 16°12’24.9″E)
08.12.2022 Fardella (PZ)
L’accoglienza lucana spesso si trasforma in una dolce “trappola”. E’ ormai per noi impensabile percorrere la Sinnica (superstrada che corre nel Fondovalle del fiume Sinni, ndr) senza essere letteralmente risucchiati dagli inviti degli amici che abbiamo conosciuto durante i precedenti viaggi in Basilicata. Basta pubblicare una foto sui social perché tutti sappiano che sei nei paraggi e ti invitino ad andarli a trovare. Ed eccoci a Fardella, accolti da un fitto calendario di eventi che preludono al Natale. Il tempo di parcheggiare Odisseo e già abbiamo l’agenda piena: l’inaugurazione della pista di pattinaggio sul ghiaccio alle 17,
i mercatini dalle 18, la tagliata al ristorante da Biagio alle 20, la degustazione di vino e prodotti tipici nelle varie cantine domani sera con Gennarino… non è detto che la nostra vacanza non si areni qui, in questo piccolo borgo nel Lagonegrese. Camminiamo per strada e tutti ci salutano come se fossimo di casa. Nell’area sosta camper si respira profumo di festa e di famiglia. Pattinando sul ghiaccio della pista appena inaugurata incontriamo diversi conoscenti e stringiamo nuove amicizie. Fra una stretta di mano e l’altra auguriamo buone feste anche alla sindaca: è proprio vero che in questo angolo di paradiso un pò spopolato e spesso dimenticato, si nasconde un cuore grande.
09.12.2022 Fardella (PZ)
Il cielo nuvoloso del mattino facilita la percezione di un autunno che volge ormai al termine. Il paesaggio sembra un disegno bambino, di quelli pieni di stereotipi, pieni di idealizzazioni, pieni di tutto ciò che altrove nella realtà non si può percepire, ma che qui si fa sentire con forza: le foglie che cadono incessantemente dagli alberi sono gialle, arancio, rosse e marroni, il cielo ha una luce cupa capace comunque di risplendere di giallo e d’argento. Il ruscello che scivola giù verso il laghetto suona fra i massi ricoperti di muschio e licheni.
Il pic nic nel bosco si preannuncia profumato ed allegro, a tratti anche un pò complicato ed avventuroso. La legna è umida; in mancanza di una griglia infilziamo i pezzi di carne in alcuni rametti appuntiti;
a tratti piove e le scarpe affondano nel fango ricoperto da un tappeto di foglie morte; non è facile accendere il fuoco, non è facile preparare la brace né cuocere il cibo. Ci trasformiamo in quattro piccole aspiranti giovani marmotte, ridiamo di gusto e gioiamo felici di questa giornata improvvisata e perfetta. Proseguiamo il venerdì dicembrino sulla pista di pattinaggio sul ghiaccio fra musica, pop corn, zucchero filato e atmosfere natalizie. Chiudiamo infine la serata in giro per cantine, a chiacchierare amabilmente con gli abitanti del posto; il soffritto di interiora e la trippa con i fagioli, il vino e la marmellata di peperoni agevolano la convivialità. E’ ormai tardi quando ci salutiamo. Domani vogliamo rimetterci in viaggio, fuggendo un pò a malincuore da questa dolce “trappola” che è Fardella, il borgo che ci ha ospitati e rapiti con un’accoglienza che non ha eguali.
(Area sosta camper con servizi di carico e scarico, acqua potabile, bagni, docce ed elettricità. Corso Vittorio Emanuele a Fardella. Prezzo a notte 8€)
10.12.2022 Tursi (MT)
Lasciamo Fardella e ridiscendiamo la Sinnica. La provincia di Potenza lascia spazio a quella di Matera. Il paesaggio ingiallisce e i boschi si diradano fra i calanchi. Saliamo sulla Rabatana di Tursi ed è come vivere i versi delle poesie di Albino Pierro.
“Pòure cristiène!
Ci durmìne cch’i ciucce e cch’i purcèlle
nda chille chèse nivre com’i fòrchie;
e pure mó lle chiàmene “biduìne”
cc’amore ca sù’ triste e fèn’a sgrògnue
a piscunète e a lème di curtèlle.”
(Poveri cristiani! / Ci dormivano con gli asini e coi maialetti / in quelle case nere come le tane; / e anche ora li chiamano “beduini” / perché sono violenti e fanno a pugni / a sassate e a lame di coltello.)
Entriamo nelle grotte, ci avventuriamo nei cunicoli bui, nel cuore pulsante di questa terra difficile. Sbuchiamo nella luce del giorno e ci affacciamo su panorami che mozzano il respiro. Belano le pecore e muggiscono le mucche.
Il pastore le incoraggia ad incedere con versi gutturali che sembrano propri di un altro mondo, lontano e imperscrutabile. Sorseggiamo un calice di vino ammirando il burrone profondo davanti ai nostri occhi. Lo sguardo si perde. Cani pastore e pecore ci circondano. Solo i campanacci a profanare questo silenzio come immobile, irreale, senza tempo.
“Ci agghie iùte nu mère nd’i jaramme,
e quante mi piacìte
di mi cucchè nd’i grutte
doppe c’avìj’ scappète
com’u lèbbre.
[…]
mi sintìje cchiù zinne di na frunne
mmenz’all’acqua d’u mère,
cchiù sùue di nu grille
mmenz’ ’a vocia d’u munne.”
(Ci sono andato un mare di volte nei burroni, / e quanto mi piaceva / coricarmi nelle grotte / dopo che avevo corso / come la lepre. […] mi sentivo piú piccolo di una foglia / in mezzo all’acqua del mare, / piú solo di un grillo / in mezzo alla voce del mondo.)
Con lo scorrere del tempo arriva anche la pioggia a bagnare e far brillare il lastricato di queste viuzze ripidissime e scivolose che luccicano al calar della sera sotto la luce calda dei lampioni. A Tursi non serve l’avvicinarsi del Natale per essere come in un presepe! Qui si percepisce in tutta la sua lentezza lo scorrere delle giornate, la semplicità di una vita che si trascina ciclica, scandita dai ritmi della natura, semplice e sempre uguale a sè stessa.
Ceniamo da Giovanni alla pizzeria Euro: due tavoli e 8 sedie, un banco per stendere le pizze, un forno a legna, 4 mura che sicuramente non vengono ritinteggiate da anni. Un vecchio orologio in plastica anni 60, il poster con tutti i modellini Burago, qualche foto, le luci al neon. Niente servizio al tavolo ma tanta tanta calorosa accoglienza, di quella che vale mille volte di più di una tovaglia in broccato e di due calici in cristallo.
In questi ultimi mesi abbiamo vagato per diverse regioni del sud Italia, tutte splendide, tutte da vivere e da visitare… ma la Lucania… la Lucania… una perla nascosta ai più, un gioiello, un incanto!
(Parcheggio gratuito senza servizi in centro a Tursi in viale Municipio,1 / Parcheggio gratuito quartiere Rabatana di Tursi su Strada Provinciale della Rabatana di Tursi, 22)
11.12.2022 Tursi (Mt)
La strada per il rientro in Puglia sarebbe stata semplice e scorrevole, se non ci fossero stati i calanchi ad attrarci con i loro imperdibili paesaggi lunari. Scegliamo la via più tortuosa e ci addentriamo in profondi canyon fra autentiche sculture naturali, guglie e pinnacoli argillosi. La sottile striscia d’asfalto si snoda deserta, silenziosa e mistica fino al santuario di Santa Maria Regina di Anglona che, dal colle, domina la vallata sottostante tra i fiumi Agri e Sinni. Ci fermiamo qui, per leggere un’ultima poesia di Albino Pierro e per godere di un ultimo splendido panorama prima di fare rientro a casa.
“Véne, Maronne, famme sante e grire/ a chi i’è surde: “Mèie, nda stu munne, / vincete ‘a morte quante cch’i su spire/ tòcchese u cehe o si’, nd’u vente, a’ frunne”.
(Vieni Madonna, fammi santo e grida/ a chi è sordo: “Mai, in questo mondo, / vince la morte quando coi sospiri/ il cielo tocchi o sei, nel vento, una foglia”).