04 giugno 202 – Linguaglossa – Randazzo – Bronte – Zafferana Etnea
Da Linguaglossa comincia il nostro giro attorno al vulcano. Alle 8 del mattino fa già caldissimo e girovagare a piedi sotto al sole è proibitivo; scegliamo quindi di muoverci a bordo di Odisseo. La colonna sonora è pronta ed è targata Franco Battiato. “Quei muri bassi – di pietra lavica – arrivano al mare” (Secondo imbrunire). Da Linguaglossa a Randazzo e poi ancora fino a Bronte, cantiamo e ci godiamo lo spettacolo sul versante orientale, su quello settentrionale e su quello occidentale. Calcolando su per giù la direzione del vento (che spinge la polvere lavica verso ovest in direzione di Adrano) e quella della colata di lava, capiamo che questa sera lo spettacolo migliore sarà proiettato nei cieli meridionali attorno a Zafferana Etnea. La necessità di frescura e di relax fanno il resto e ci inducono a dirigerci senza esitazioni verso un campeggio super attrezzato a poche centinaia di metri dal comune di Zafferana ai piedi del vulcano. Si preannuncia una serata da veri turisti in vacanza! Attraversiamo di nuovo Linguaglossa e poi Milo, fino a destinazione. Il proprietario del campeggio ci accoglie calorosamente e ci tiene a farci vedere il suo “Cinema Paradiso”: uno spazio aperto, una piccola nera distesa di polvere lavica, al centro della quale c’è qualche seduta e un tavolo in legno. Ci chiede di aver pazienza fino al tramonto: se la montagna non dovesse decidere di mettere “il tappo” giusto oggi, stanotte lo spettacolo sarà assicurato! Noi siamo pronti. I pistacchi che abbiamo preso a Bronte sostituiranno più che degnamente i pop corn che abbiamo lasciato a casa. La musica di sottofondo è ancora quella di questa mattina e sembra proprio essere ancora quella giusta: “Passo ancora il mio tempo a osservare i tramonti e vederli cambiare in secondo imbrunire” (Secondo imbrunire – F. Battiato)
Lo spettacolo è puntuale come previsto. L’unica cosa che non saremmo stati mai e poi mai pronti a prevedere è l’intensità dell’emozione che la natura ci avrebbe offerto. Le due lingue di fuoco che scendono dal vulcano, nel cuore della notte che ammanta tutto di nero e non lascia più distinguere il crinale della montagna, sono due pennellate lucenti su una tela monocromatica: forti, imponenti, divine.
(Area Sosta Attrezzata per Camper Spuligni, Via Paracquara, Zafferana Etnea. 20€/notte tutti i servizi compresi)
05 giugno 2022 Zafferana Etnea (CT)
Zafferana Etnea è un gioiellino alle pendici dei crateri fumanti affacciato sul mare. Dalla piazza principale non si sa se rivolgere lo sguardo prima verso l’Etna o prima verso lo Jonio. A distogliere la nostra attenzione dai panorami ci pensa un uomo alla guida di un coloratissimo carretto che vende “a granita câ brioscia”: altro che cappuccino e cornetto! Immergere la brioche calda nella granita gelida è una goduria tutta siciliana a cui non sappiamo resistere.
Da subito dopo la colazione, le restanti attività giornaliere sono tutte in vista del bis dello spettacolo che questa sera verrà proiettato sugli schermi del “Cinema Paradiso” con le sue ormai famose quattro sedie di plastica con vista sulla montagna di fuoco. La colata lavica non accenna a fermarsi e noi decidiamo di procedere nell’ordine con: arancine per pic-nic vista vulcano, acquisto di macinata di vitello speziata in foglie di limone e bottiglia di vino Nerello Mascalese per barbecue serale vista vulcano, birrette ghiacciate e pistacchi per aperitivo vista vulcano e, fra una cosa e l’altra, partita a bocce vista vulcano su polvere nera. Se tutto va come deve andare, domani mattina andremo a conoscere Mungibeddu (Mongibello è l’altro nome dell’Etna, qui riportato in dialetto siciliano, ndr) più da vicino portandoci su fino al rifugio Sapienza.
Al tramonto la brace è pronta. Intorno al tavolo ci troviamo noi, una famiglia di maltesi, due tedeschi e Salvatore, il proprietario dell’area sosta. E’ proprio vero che bastano una bottiglia di vino, una provola e un po’ di carne alla brace per fare convivialità. Si chiacchiera del più e del meno un po’ in italiano, un pò in inglese, in francese e in tedesco. Ne viene fuori una conversazione frizzante che spazia dai temi politici ai racconti di viaggio. Salvatore è carinissimo e ci offre addirittura il gelato alle mandorle e pistacchio a fine cena. Sono le undici di sera e siamo ancora tutti seduti intorno al tavolo a sorseggiare rhum e ad osservare il Mungibeddu, mentre i bambini inventano giochi da fare tutti insieme in una lingua che è uno strano mix a noi adulti incomprensibile. La montagna di fuoco ci tiene uniti e stretti fra le sue lingue ardenti: gente venuta da luoghi diversi e lontani richiamata dal suo fascino irresistibile. L’Etna tanto temuto quanto amato unisce culture e dona vita. La montagna di pietra questa sera è con noi, come un grande gigante che atterrisce e affascina allo stesso tempo.
06 giugno 2022 Crateri Silvestri – Nicolosi – Zafferana Etnea
Alle 7:30 del mattino siamo già ai crateri Silvestri, a 1900 metri sul livello del mare. Due enormi crateri spenti formatisi in seguito all’eruzione del 1892 sono un incontro con il vulcano alla portata di tutti. Siamo soli; a quest’ora non ci sono ancora le orde di turisti in pullman e i negozi di souvenir al rifugio Sapienza sono chiusi. Possiamo goderci i crateri in assoluto silenzio, sentire la forza della natura e respirare appieno la magia di questo paesaggio marziano.
Questo luogo particolarissimo, sferzato dal vento, è dominato dalle diverse sfumature di rosso delle rocce e dal nero della lava. Mille piccoli fiori gialli e viola lo punteggiano ingentilendone l’aspetto brullo. Camminiamo sulle pendici del vulcano e scendiamo dentro l’enorme cratere spento dei Monti Silvestri. Imperdibile è lo spettacolo della natura che qui crea e distrugge. I bambini, armati di sacchetto, raccolgono un po’ di polvere lavica e qualche piccolo pezzo di roccia: semplici ricordi da portare a casa, preziosi come gioielli.
Verso le dieci del mattino il parcheggio del rifugio è stracolmo di autobus, camper, auto e quad. I turisti, armati di fotocamera, vanno e vengono dalla funivia, sgranocchiano snack e parlano fitto fitto gli uni con gli altri. Decidiamo che la festa è finita, rimontiamo a bordo del nostro Odisseo e scendiamo un po’ di quota in direzione di Zafferana Etnea. Improvvisiamo un pic nic su uno sterrato nero di polvere e roccia vulcanica a bordo strada, affacciati sul mare che si stende ai nostri piedi a perdita d’occhio. Un tagliere di salumi e formaggi, un pezzo di pane e al resto ci pensa quest’atmosfera speciale offerta in omaggio da Madre Natura. La ridiscesa verso l’area sosta camper Spuligni a Zafferana Etnea è morbida, piacevole e densa di tutte le emozioni che abbiamo vissuto durante questa mattinata speciale che sicuramente resterà indimenticabile per tutti noi.
Nel pomeriggio incontriamo Salvatore, il gestore dell’area camper, che ci invita a restare un’altra notte: offre lui! Ovvio che non possiamo rifiutare. Qui si sta di un bene senza eguali. La partenza da Zafferana si allontana di almeno altre 24 ore. Ne approfittiamo per un altro pomeriggio di puro relax fra una birra Messina, un cestino di frutta di stagione e un po’ di buona musica. Da fermi si pianificano meglio le prossime tappe e, se la colonna sonora è quella giusta, si pianificano magnificamente… salvo ripensamenti in itinere dell’ultimo istante…
Abbiamo imparato a conoscerci e sappiamo ormai benissimo che, finché non arriviamo a destinazione, c’è sempre tempo per cambiare meta! Intanto cantiamo, che cantare fa bene al cuore.
“Che odore di limoni e gelsomini che c’è nella mia terra se cammini…
Siamo figli di chi ha dominato, mezzi cattolici e mezzi musulmani…
La dominanza, i guerri e li mafiusi resiru a strata arida e spinusa. Abbiamo a protezione i tre giganti…
Sono passati terremoti e frane. I poveretti c’hanno i macchinoni. Le facce dei politici ruffiani, l’abusivismo, i vincoli e i condoni…
In questo posto siamo tutti amici, se litighiamo poi facciamo pace. Ci conosciamo tutti e siamo uniti, per questo ci ammazziamo come i cani…” (92100 – Tinturia). E più cantiamo e più ci sentiamo a casa. Questa terra accogliente la sentiamo già un po’ anche nostra.