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La Sagra del Campanaccio

da Serena Fiorentino
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Archiviata l’Epifania, che tutte le feste si porta via, orfani di mercatini natalizi e luminarie a far brillare i paesi, cominciamo da subito a guardare al carnevale, come si guarderebbe ad un miraggio. Siamo ancora a gennaio, ma non è mai troppo presto per pensare alla prossima festa. Allora ci armiamo di voglia di studiare e andiamo alla ricerca di tradizioni, iniziative, appuntamenti culturali. Ci viene in soccorso un piccolo comune del Materano col suo Carnevale strettamente interconnesso alla festa di Sant’Antonio Abate che si terrà proprio questo week end.
Si va a San Mauro Forte per la sagra del Campanaccio, un rito che porta in sé l’antico culto della terra, delle tradizioni e dell’amore verso la natura.

13/14.01.2023 San Mauro Forte (MT)
Recuperati i pargoli all’uscita dalle rispettive scuole, ci mettiamo subito in marcia sotto ad un luminosissimo tiepido sole invernale. San Mauro Forte ci accoglie nella sua splendida cornice di ulivi, vigneti e rigogliose colture, circondato da una serie di colline che si dispongono ad anfiteatro lungo il corso del fiume Salandrella. La posizione panoramica di questo piccolo borgo medievale è invidiabile.
Una volta in centro, non c’è una sola casa, un solo vicolo, una sola piazza in cui non riecheggi l’assordante suono dei campanacci. Ci immergiamo felici nella gioiosa atmosfera di una particolarissima festa fra il sacro e il profano che affonda poderose radici nel culto della terra. Nello spiazzo sterrato ai piedi del paese lasciamo una decina di camper appena arrivati, proprio come noi.

Come prima tappa, scegliamo di bere un caffè al “Delirium disco pub”, un bar d’altri tempi a due passi dalla Torre Normanna. Siamo al bancone quando entrano in 10, forse 12, tutti vestiti con felpe rosse e strumenti musicali alla mano: è una street band. Cominciano a suonare tra i tavolini e gli avventori, poi smettono e stappano una bottiglia di spumante lasciando ancora spazio al suono cupo dei campanacci. Di tanto in tanto emergono forti le note degli Orchestrari Della Cupa intenti a fare il sound check nella piazza qui vicino. È un disastro per le nostre orecchie ormai senza più pace, un disastro allegro, gioioso, sorridente e spensierato. Qui la festa conserva ancora tutto il bello dell’estemporaneità. Usciamo dal bar felici di aver scelto di essere qui a San Mauro Forte: giovani, giovanissimi ed anziani girano rumorosamente per le strade del paese provvisti di enormi campanacci che suonano tenendo abilmente tra le gambe, creando un’atmosfera di accattivante mistero. Quando, ormai a tarda sera, torneremo nello spiazzo sterrato dove abbiamo parcheggiato Odisseo, i camper a farci compagnia saranno più di 20 e la musica ci seguirà ancora, i rumori rimbomberanno a lungo nelle nostre teste e ci accompagneranno in una notte che si preannuncia più che piccola: minuscola!

 

Il risveglio è lentissimo e ha con sé un lungo strascico di sonno, gambe ancora stanche e orecchie impreparate all’assoluta mancanza di silenzio. Il sole è già alto e illumina l’antico borgo medievale, la torre, i palazzi storici e gli spettacolari uliveti.

Al “Delirium disco pub” offrono tavolini in metallo e sedie in plastica rossa per una colazione capace di durare intere ore. Restiamo seduti a guardare il paese che si sveglia, si muove, si agita in vista della seconda serata di festeggiamenti in onore di questi campanacci che sono maschi e femmine, i primi più lunghi con il batacchio che fuoriesce dalla bocca di qualche centimetro, le seconde piuttosto larghe, dal suono più cupo. Il valore simbolico di questa festa è evidente: ai campanacci tocca il compito di allontanare ogni malanno e di propiziare la fecondità dei campi. Fortunatamente il ricco calendario di eventi ci lascia l’intera mattinata e il primo pomeriggio liberi: un bel gruzzolo di ore per prepararci psicologicamente e fisicamente ad affrontare un’altra chiassosissima serata.
Tra le sfilate di liberi suonatori, il raduno delle squadre, la sfilata collettiva e il concerto dei Sud Sound System, ci sarà da scarpinare su e giù fra i vicoli dal tramonto fino all’alba.
L’atmosfera nell’area di sosta per camper è frizzante. La festa sembra aver coinvolto tutti: chi canta, chi suona, chi prepara la brace per arrostire salsicce e chi va in giro per camper ad offrire tazzine di caffè. Fortunatamente anche il meteo è allegro e festante e il cielo è di un azzurro che sembra quasi colorato su un cartoncino disegnato da mani bambine.


Al calar della sera riprende imperante il ritmo cadenzato dei batacchi e dei tamburi. Nonni e nipoti sfilano fianco a fianco, con una spiga di grano sui cappelli di paglia e i lunghi mantelli scuri, i pantaloni alla zuava e i calzari di lana all’altezza del ginocchio. L’atmosfera si fa sempre più emozionante. A differenza di ieri, quando era lo stupore di fronte alla novità che risuonava nelle nostre orecchie a farla da padrona, oggi sentiamo tutta la forza di questa tradizione che lotta con tutte le forze per conservarsi e resistere, di generazione in generazione.
Acquistiamo anche noi un campanaccio, beviamo anche noi il loro vino e gustiamo i loro impareggiabili strascinati con salsiccia, peperoni cruschi e mollica di pane. I bambini addentano le “scarpedd” (un dolce fritto natalizio, tipico della Basilicata).

San Mauro Forte, in questa particolarissima veste, è stata sicuramente una grande scoperta che ci ricorda ancora una volta, se mai ce ne fosse bisogno, che la Lucania fa bene al cuore.

Area sosta camper comunale gratuita con servizi di carico e scarico, elettricità a pagamento. San Mauro Forte, via Don Biagio Spaziante

https://goo.gl/maps/CfK4Vg1imyhCP2NE6

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