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Sentidos Humanos (Sensi umani)

da Redazione
186 letture Valico a 4635 mt sulle Ande nel deserto di Atacama, tra Antofagatsa in Cile e Antofalla in Argentina

Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, la storia di Selene e Humberto, da sei anni vivono in camper per le strade del Sudamerica, “girando liberi”: ci raccontano delle loro emozionanti esperienze

Siamo Selene e Humberto, italiana io, venezuelano lui.
Potremmo etichettarci come “vanlifers” ma, nella realtà, siamo semplicemente due ragazzi che sei anni fa hanno deciso di cambiare bruscamente direzione e trasformare un piccolo Van Vw in una casa itinerante, per avventurarsi alla scoperta del continente latino insieme a Tobby, un adorabile randagio color miele dall’indole zen che, in Cile, ha pensato bene di unirsi alla ciurma e prendere al balzo l’opportunità di viaggiare per il mondo.

il Cono de Arita, nel deserto di sale di Arizaro in Argentina

La Bolivia è stata il nostro cupido, la terra che ci ha visti incontrare e realizzare il nostro progetto di vita in un’epoca in cui questa scelta un pò stramba appariva ai più azzardata e decisamente poco condivisibile. Almeno in Europa.

Abbiamo toccato il suolo andino nel 2016. Io come una expat (espatriata, ndr) per scelta e lui più facilmente classificabile come migrante per necessità. Nonostante la diversità del nostro bagaglio culturale e sociale, il cammino si è materializzato di fronte a noi con la semplicità di qualcosa che doveva essere e accadere.

Nel giro di un anno abbiamo immaginato, pensato e concretizzato il sogno di una vita nomade alimentata da cambiamento e apprendimento, lontana e libera da stereotipi e condizionamenti di un paese spesso ingessato in cui, io, non ero mai riuscita a identificarmi e, da un paese al collasso che a lui aveva dato come unica opzione quella di migrare.

la Laguna del Maule, un’area vulcanica nelle Ande cilene

Il nostro van, targato Bolivia, è apparso con altrettanta semplicità nel pomeriggio di una domenica di marzo nel mercato a cielo aperto più caotico, famoso e alto al mondo, il Mercato dell’Alto e, il 25 settembre del 2017, siamo ufficialmente partiti dalla città di La Paz accompagnati da leggeri e candidi fiocchi di neve, dal freddo gelido dei 4000 mt e dal nostro iconico Volkswagen strabordante di emozioni contrastanti ma assolutamente privo di qualsiasi comodità.
Con pochi vestiti, un letto e una cucina a gas, senza riscaldamento o condizionatori (che non abbiamo neanche ora) e con un paio di bottiglioni di acqua di 6 lt, abbiamo avviato il motore del van, certi che tutto ciò che ci mancava lo avremmo incontrato lungo la strada. Niente di più vero.

la Mano nel Deserto di Atacama

Abbiamo inaugurato la nostra vita on the road nella complessa Bolivia; abbiamo percorso il Cile dal punto più a nord, Arica, fino a Puerto Montt; abbiamo conosciuto le mille facce dell’Argentina, assaporato il calore estremo e l’accoglienza paraguayana, visto solo una piccola parte dell’immenso Brasile e siamo approdati ad oggi in Uruguay, terra di pescatori, dune e ritmi rilassanti.
I nostri primi 60.000 Km sono scivolati via alla “velocità del paesaggio” espressione tipica argentina che indica quei viaggiatori in van che, con le mani che danzano nel vento, mantengono costanti una media di 70 km/h aspettando che la strada si apra verso un universo parallelo fatto di nuove prospettive e possibilità.

Il tempo in viaggio acquista tutto un altro valore, i sensi sono attivi, percettivi e i giorni sono un susseguirsi costante di scelte e di incontri, fugaci ma magici. L’accoglienza latina è stata definitivamente la parte più travolgente e commovente di un viaggio in Sud America che, iniziato con un itinerario preciso e un punto di arrivo nella terra dei tacos, si è trasformato in uno stile di vita lento, minimalista, sostenibile.

nei pressi del Salto de Agrio, nella Patagonia argentina

Abbiamo capito quasi fin da subito che, per noi, non si trattava unicamente di attrazioni turistiche o mete da raggiungere, si trattava di vivere il movimento come un mezzo di ricerca e connessione per abbracciare domande senza risposta, accettare nuove sfide, cambiare priorità, osservare e in alcuni casi si, anche aspettare.

Lungo la strada ci siamo trasformati in artigiani, venditori ambulanti, baristi, gelatai, segretari, assistenti sportivi, commessi e, attualmente, lavoriamo per far si che le nostre passioni siano costanti fonti di reddito.
Humberto si occupa di fotografia/produzione video ma anche di creazione e gestione siti. Io, Selene, dal 2017, do corsi di autoproduzione cosmetica naturale e da 2 anni sono tutor di italiano per la piattaforma Preply.

con Tobby a Juinin de Los Andes, in Argentina

Sfumature sempre nuove che oggi fanno di noi dei viaggiatori e dei nomadi digitali forse un pò fuori dal tempo, ancora convinti che il viaggio, prima di essere raccontato, va vissuto e interiorizzato. Perché se ci limitassimo a farne solo un elogio personale o un racconto mediatico, il rischio sarebbe di dimenticarne presto l’essenza e il senso che si nascondono in quel meraviglioso e costante stimolo ad interrogarci sempre sul come e sul perché del nostra andare.

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