Home Turismo lento I presupposti del turismo lento: contemplazione o evasione?

I presupposti del turismo lento: contemplazione o evasione?

da Daniele Ceccotti
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Si tratta di un modo di viaggiare alla “vecchia maniera”, lontani dai ritmi frenetici di un viaggio organizzato con un calendario fitto di attività, orari prestabiliti e lunghe percorrenze per permettere di far “vedere” più cose possibili di un luogo. Appunto, semplicemente “vedere”, non gustare, capire, soffermarsi ad ammirare le bellezze circostanti, godere del viaggio e dello spostamento lento. Il turismo lento presuppone una filosofia di viaggio diversa. Si predilige la qualità alla quantità delle cose da visitare, prediligendo la scoperta di luoghi nascosti, prodotti locali, culture diverse con maggiore attenzione al particolare.

I luoghi del turismo lento
Il turista “lento” è sia alla ricerca di evasione dalla frenesia della vita quotidiana, che di luoghi in cui contemplare – non necessariamente in senso spirituale – i paesaggi circostanti. Per questo, i luoghi del turismo lento sono “immersi” o coincidono con la natura, parchi naturali, paesaggi rurali o che invitano alla scoperta delle tradizioni locali e dei costumi.
Il turista lento preferisce i luoghi poco affollati, alternativi o lontani dai consueti circuiti turistici, con lo scopo di avvicinarsi maggiormente alla realtà locale, incontaminata, più autentica e non “incanalata” dal turismo di massa.
Spesso, per le stesse ragioni, il turismo lento abbraccia la filosofia del viaggio ecosostenibile e rispettoso dell’ambiente. Il viaggiatore, pertanto, è maggiormente consapevole di dover condurre o adottare comportamenti sostenibili a preservare l’ambiente e il patrimonio artistico, culturale e paesaggistico dei luoghi che visita.

Il turismo lento si contraddistingue anche per l’attenzione ai mezzi di trasporto. Il trasporto e i trasferimenti da una destinazione all’altra sono, infatti, tra gli elementi più inquinanti nell’ambito del turismo. Il treno per le lunghe percorrenze e la bicicletta per gli spostamenti brevi, nonché il trasporto pubblico locale sono i mezzi preferiti dal turista lento per apprezzare pienamente l’esperienza.
L’obiettivo del turismo lento è quello di permettere al turista di formare dei ricordi più nitidi e indelebili, di arricchire l’esperienza con emozioni e sensazioni indimenticabili, di sentirsi appagati e arricchiti dall’esperienza, nonché tornare ai ritmi quotidiani dopo essersi realmente rilassati e rigenerati nel corpo e nella mente.

Il turismo lento non è escursionismo
Si ritiene erroneamente che – per alcune sue caratteristiche – il turismo lento sia assimilabile all’escursionismo. L’escursionista è un individuo che visita un luogo senza trattenersi o soggiornare in una struttura di accoglienza, mentre il turista è il viaggiatore che, raggiunta la destinazione, decide di pernottare in una struttura ricettiva o, comunque, al di fuori della propria abitazione, per almeno 24 ore. All’interno di un viaggio “lento”, il turista effettua anche delle escursioni in giornata per poi rientrare all’alloggio di base. La ricettività è, quindi, l’elemento discriminante. Come gli escursionisti, i “visitatori” giornalieri si spostano per un tempo limitato per poi rientrare nella propria abitazione. La capacità di un luogo di offrire strutture ricettive, alberghiere oltre che ristorative, è la chiave per un luogo di destinazione per trasformare un visitatore e un escursionista in un “turista”, un’esperienza episodica in un qualcosa di più significativo, anche per l’economia locale.

La nascita del turismo lento
Dal punto di vista teorico e storico, gli ispiratori del turismo lento sono gli stessi promotori del movimento Slow Food, promosso in particolare da Carlo Petrini. Il movimento nasce per la conservazione del patrimonio gastronomico italiano per preservarlo dalla standardizzazione delle produzioni industriali. I principi alla base dello Slow food si sono applicati nel tempo anche ad altri ambiti, dagli stili di vita alla cultura. Altro contributo teorico è dato nel 2009 dallo Slow Travel Manifesto, un documento redatto da Nicky Gardner, una studiosa che per prima ha teorizzato il modello del turismo lento.

Foto: cortesia Mobilvetta e Stada Vini Sapori Friuli Venezia Giulia

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