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Nuove opportunità e visioni del turismo, a Castelsaraceno in Basilicata

il borgo in Lucania sta diventando un modello di sviluppo per tutta Italia

da Redazione
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Il Comune di Castelsaraceno, in provincia di Potenza, ha partecipato alla BIT – Borsa Internazionale del Turismo – all’interno dello stand della Regione Basilicata per raccontare la sua storia e le strategie di sviluppo con l’idea di scrivere una nuova pagina del turismo italiano. Il piccolo centro lucano punta infatti a diventare un modello di turismo sostenibile per le aree interne, per attrarre nuovi flussi, valorizzare l’identità locale e contrastare lo spopolamento e su come rendere concretamente questi luoghi nuovamente attrattivi per vivere e lavorare.

Attraverso storie di passione e coraggio – a partire dal Sindaco Rocco Rosano, da dottore di ricerca, con prestigiose collaborazioni universitarie tra cui quella con il MIT di Boston, al terzo mandato da amministratore locale – che ha creduto e continua a credere nella possibilità di cambiare le sorti del proprio territorio, trasformandolo da un borgo in difficoltà in una meta turistica emergente.

Con l’inaugurazione del Ponte tra i due Parchi, il ponte tibetano più lungo del mondo, nel 2021 (Girare Liberi ne ha parlato qui: https://www.girareliberi.it/castelsaraceno-nel-cuore-della-basilicata-il-ponte-tibetano-piu-lungo-al-mondo/), il progetto si è concretizzato, segnando l’inizio del suo impatto reale sul territorio, attraendo visitatori da tutta Italia, creando nuove opportunità di lavoro e incentivando l’imprenditorialità locale. Oggi il ponte tibetano, con una media di 15.000 accessi all’anno, ha creato occupazione per 17 giovani che qui possono restare, oltre ad essere un richiamo e connessione forte per il territorio.

Ne è convinta Antonietta, guida che accompagna i turisti durante l’attraversamento, del ponte, biologa ed esperta in neurobiologia, lavora per integrare benessere e natura nel progetto di sviluppo locale, sicura del potenziale trasformativo di questo progetto. Così come Claudia, milanese “doc” con una carriera nella cooperazione internazionale che, durante le sue vacanze a Castelsaraceno decide di restare ed investire qui nel suo futuro. Oggi è istruttrice di Mindfulness e organizza viaggi ispirazionali per chi vuole riscoprire il benessere a contatto con la natura. Fuggire dalla grande città per trovare un migliore equilibrio tra vita e lavoro è stata anche la scelta di Feliciana che abbandona la vita romana per dedicarsi alla valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico, presiedendo la Pro Loco. Come loro tanti altri giovani Giovanna, Ilaria, Angela e Claudia che hanno preferito Castelsaraceno e le sue potenzialità rispetto ad opportunità lavorative nelle grandi città italiane.

Lo sviluppo di Castelsaraceno non si ferma al Ponte Tibetano, ma guarda oltre. Si lavora infatti alla creazione di nuove strutture ricettive sostenibili, come l’eco glamping e l’albergo diffuso di design, per la cui progettazione verrà lanciata una call internazionale per giovani architetti e designer che trascorreranno a Castelsaraceno una residenza e condivideranno con il giovane team locale il ripensamento dell’ospitalità tradizionale verso il futuro. Qui a Castelsaraceno aprono punti ristoro che combinano innovazione, KM0 e tradizione e rappresentano nuovi percorsi di vita e lavoro per chi come Giorgia e Francesco hanno deciso di seguire le orme ed i sogni delle famiglie di origine, investono nella ristrutturazione di caratteristici b&b nel borgo ed investono nell’apicoltura dedicandosi alle proprie passioni. Poi c’è anche Ubaldo, ingegnere con esperienze internazionali, che ha scelto di tornare per fondare Lutipico, un progetto che valorizza i Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT) lucani.

I giovani quindi non sono solo uditori, troppo spesso accade, ma veri e propri co-protagonisti di una oggi più che mai necessaria rivoluzione dal basso. Hanno scelto di tornare e restare per realizzare nuove attività imprenditoriali nel turismo e saranno inseriti nel team della ‘DMO (Destination Management Organization) più giovane d’Italia, tra le figure apicali ed anche nella governance, confermando il messaggio innovativo che Castelsaraceno intende lanciare. Una strategia di gruppo che porta lontano. Questo percorso di Castelsaraceno va oltre il turismo ed intende scuotere le coscienze ed ispirare anche gli altri amministratori ad attuare percorsi innovativi per un cambiamento duraturo e positivo per il Sud e le aree marginali, che punta ad attrarre oltre al turista anche menti, talenti, professionisti, in linea con l’articolo del NY Time ‘52 places for a changed world’ in cui sono le persone ad essere e fare la differenza per migliorare i luoghi che visitano.

Con questo spirito Emma Taveri, da anni impegnata nello sviluppo locale e nel marketing delle destinazioni ad impatto sociale, convinta ambasciatrice del rientro possibile al Sud, affiancherà il team di giovani della DMO con il ruolo di ‘coach’. Anche la storia di Emma è di rientro per scelta: dopo anni di carriera per multinazionali nel turismo, tra cui TripAdvisor a Londra, fonda Destination Makers, impegnata in progetti per il turismo sostenibile e l’innovazione sociale. Con un passato da Assessore a Brindisi, scelta da Airbnb tra le 20 mete al mondo per il lavoro da remoto, Emma porterà in questo percorso per Castelsaraceno la creatività e l’innovazione necessarie per diventare un laboratorio di formazione permanente in collaborazione con esperti da tutta Italia per co-creare e valorizzare la destinazione, aperto a tutti.

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