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Lacrime di coccodrillo

i social non hanno filtri, sono delle mine vaganti che possono scatenare il caos

da Roberto Serassio
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Mi capita a volte di leggere nelle recensioni di colleghi viaggiatori affermazioni tipo “questa località non mi è piaciuta perché troppo turistica”
Se mi è permesso il dire, quest’affermazione denota un’assoluta mancanza di coerenza perché è ovvio che ogni luogo che ha qualcosa di bello da offrire attiri frotte di turisti. Pochi di noi possono permettersi di visitare cittò d’arte o musei famosi in esclusiva, per cui bisogna mettere in conto che, visitando certi luoghi, ci si deve confrontare con altre persone e, se proprio non si riesce a stare a contatto della pazza folla, o si sta a casa o si cercano posti scialbi, dove si ha la certezza che non ci sarà nessun altro. Ad esempio una periferia industriale degradata …
E se questo assunto è incoerente detto da un viaggiatore, figuriamoci quando sono le istituzioni a lamentarsi dell’eccessivo turismo. I recenti fatti di Roccaraso dimostrano chiaramente che qualcuno si è fatto scappare di mano una certa situazione al punto che è diventata ingestibile.


Ora tutti a chiedersi il motivo di questo overtourism e ad accusare i social e l’influencer dell’eccessivo arrivo di persone nel paesino abruzzese.
Come ho già detto in un mio precedente scritto, i social non hanno filtri, per cui sono delle mine vaganti che, se non gestiti con attenzione, possono scatenare il caos.
La tiktoker poi ha fatto il suo mestiere da imbonitrice da fiera paesana, ma non credo che l’abbia fatto per amore di Roccaraso. Qualcuno l’ha probabilmente incaricata e quel qualcuno non si è reso conto della potenza del passaparola mediatico. La situazione è rientrata e l’afflusso turistico è tornato ai livelli normali, ma sono sicuro che c’è certamente qualcuno che si duole per i mancati introiti pecuniari.
Questo ragionamento mi porta anche a spendere qualche parola su quelle città d’arte che stanno pensando di attuare o hanno già attuato il contingentamento dei turisti. E’ giusto farlo perché troppa gente crea danni alla città che però non vengono eliminati facendo pagare tasse di accesso. Queste tutt’al più servono a compensare parzialmente il ridotto introito determinato dal contingentamento.
Prima si piange che non c’è abbastanza turismo, poi si piange perché ce n’è troppo, ma il rendimento deve sempre essere il medesimo. Forse se si fosse stati più saggi e meno esosi qualche anno fa, non utilizzando le città d’arte come delle macchinette crea soldi, oggi non ci si dovrebbe preoccupare del loro stato di salute. Questo però è il senno di poi e la lungimiranza è privilegio di pochi, per cui…si piangano pure le fatidiche lacrime di coccodrillo.
Buon viaggio a tutti

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