Tra maggio e luglio si svolgono quasi tutte le presentazioni delle nuove gamme delle aziende costruttrici per la stagione in arrivo, che devono essere pronte entro la fine di agosto. Il calendario commerciale del settore camper non segue infatti l’anno solare ma il periodo settembre-agosto, scandito dalle due fiere più importanti in Europa: il Caravan Salon a Düsseldorf, in Germania, e il Salone del Camper a Parma, entrambi hanno chiuso i battenti a settembre. Come da tanti anni a questa parte siamo stati presenti a vari di questi meeting, dove operatori di settore e stampa si incontrano per vedere e valutare le novità che saranno esposte ai due saloni e poi nelle vetrine dei rivenditori. In genere, ci è capitato tante volte, le conferenze stampa di presentazione, i discorsi di manager, direttori vendite e amministratori delegati, sono generalmente improntati a dichiarazioni e analisi di mercato sempre molto ottimistiche. In questo 2025, in più di una occasione, abbiamo colto un senso di maggior realismo. Ovviamente, si tratta di nostre impressioni e non vogliamo generalizzare, ma la sensazione è stata quella di una tendenza ricca di sfumature diverse: la percezione che abbiamo avuto, in qualche caso evidenziata da quanto messo nero su bianco nei comunicati stampa, è stata quella di un pragmatismo concreto, una maggiore trasparenza verso il mercato, abbandonando alcune fughe in avanti che negli ultimi anni si erano rivelate un po’ azzardate commercialmente, se andiamo ad analizzare situazioni in cui l’andamento non è stato quello sperato. Uno degli aspetti che abbiamo potuto dedurre, seppur ovviamente non comune a tutte le aziende, è stato quello di una rinnovata attenzione al cliente, il vero padrone del mercato con i suoi acquisti.
Dopo anni di crescita, il periodo del Covid aveva dato una entusiastica e ingannevole spinta a vendite che sembravano poter crescere a doppia cifra percentuale. Una situazione da sogno per le aziende: la domanda che supera l’offerta, prezzi al rialzo, e stock al minimo. Dopo la fine del Covid e dei noti problemi di approvvigionamento di telai, gli andamenti si sono raffreddati molto, entusiasmi e vendite si sono ridotti e tornati su livelli fisiologici, la domanda si è fatta più analitica e meno impulsiva (come successo nei momenti bui del Covid con persone che si avvicinavano al camper spinti dalla necessità di poter fare una vacanza senza rischi), con una più attenta valutazione del rapporto tra prezzo, qualità e tecnica. Ora, più di una azienda ha saputo cogliere correttamente questi aspetti e la situazione cambiata: chi preannunciando di investire sui veicoli (non solo cromature e led multicolore) aggiungendo valore e qualità, altre a potenziare il customer care per dare maggiore attenzione al cliente, chi ottimizzando il listino per ridurre i troppi fronti aperti, riducendo i modelli anche per tornare a centrare l’immagine propria dei prodotti, spesso sacrificata nel tentativo di piazzare un camper in più in una fascia di mercato che non era corretta e non in linea con il marchio. In sintesi, c’è stata da parte di molte aziende una opportuna ottimizzazione e revisione dei listini e delle strategie commerciali, ascoltando i suggerimenti che il mercato invia chiari. Tutte azioni che hanno spesso come fine ultimo il controllo maniacale dei prezzi, e in vari casi anche una graditissima riduzione: diretta in soldoni o indiretta con riduzione dei modelli ma offrendo versioni accessoriatissime. E questo lo abbiamo visto chiaramente al recente Salone del Camper a Parma, dove i listini, le offerte, i pacchetti compresi nel prezzo erano presenti su tantissimi modelli esposti.