L’Epifania in Puglia è un evento molto sentito che unisce tradizione e folklore. L’Epifania è legata all’immagine della Befana: una donna anziana solitamente rappresentata da un naso distinto, mento appuntito e abiti logori, rappezzati con frammenti colorati che conferiscono alla Befana un carattere stravagante. Volava sui tetti delle città in sella ad una scopa facendo regali ai bambini. Questi ultimi preparano ansiosi le calze colorate che vengono riempiti dalla Befana quella sera, la sera del 5 gennaio, di caramelle ai bambini buoni e carbonella ai bambini che si comportano male.
In passato era consuetudine riempire i calzini dei bambini con i prodotti tipici della terra: pane, taralli, arance, mandarini e frutta secca. Per conquistare la simpatia della vecchietta era comune anche avere la tavola imbandita di caramelle e dolci natalizi. La tradizione de la “Pifanìa” in Puglia fu introdotta intorno al VI secolo, dopo la guerra tra Bizantini e Goti. Nel Salento, l’Epifania è legata alle cerimonie ortodosse, secondo il quale l’inizio del nuovo anno sarebbe proprio il 6 gennaio. Essendo collegata all’avvento del nuovo anno la Befana è collegata al vecchio, all’anno ormai passato. L’anziana diventa una vittima, si associa al passato e ai brutti ricordi, infatti spesso incontriamo per le strade della città il personaggio della Befana in fiamme. Sono le cosiddette “focare” ed è quello che succede ad Aradeo, a sud di Lecce, durante la “Focara della Befana”.
L’epifania in Puglia è legata ad un’altra storia. Si dice che intorno all’850 d.C. il capoluogo della Puglia è capitale di un emirato, anche se non è mai stato riconosciuto dalle autorità musulmane. Il comandante era Muffarag, che vuole costruire una moschea per dimostrare la sua potenza in campo religioso. In bilico nella leggenda c’è la morte dello spietato capitano. Dopo che questo leader ha cercato di introdurre il culto dell’Islam, ha anche cercato di conquistare la fiducia della gente. Ogni anno, la notte dal 5 al 6 gennaio, due streghe, una buona e l’altra cattiva, apparivano nel cielo barese. La Befana cattiva decapitava chiunque incontrava per la sua strada portando il coraggioso Muffarag a sfidarla (purtroppo invano) ed il comandante fu decapitato a sua volta dalla cattiva Befana. Oggi in Strada Quercia n.10 a Bari Vecchia, sull’architrave di una casa è raffigurata una scultura raffigurante una testa di moro. Sembra che si trattasse proprio di Muffarag. Ebbene, l’Epifania di Bari è legata a questa strana leggenda.
L’Epifania del Gargano ha un origine davvero sorprendente. Le calze che vediamo oggi alla festa dell’Epifania, infatti, erano originariamente le stesse calze protagoniste nella notte tra l’1 ed il 2 novembre. Pertanto, la cosiddetta “cavzett de l’anème’i mùrte (la calza dei morti), è legata all’attuale festa di Halloween. Nei tempi antichi, erano i morti a riempire le calze dei bambini con dolci e caramelle. Oggi, invece, l’Epifania ha completamente sostituito questa antica usanza.(Vedi anche sull’argomento: https://www.girareliberi.it/orsara-di-puglia-fucacoste-e-cocce-priatorje/)