Il culto in onore di Sant’Antonio Abate è molto sentito dagli abitanti di Calvello (PZ) soprattutto da chi abita nel rione omonimo. Il 17 gennaio nella Chiesa dedicata a Sant’Antonio Abate viene svolto il rito religioso con grande partecipazione. Nell’occasione viene acceso un falò, alimentato da un ciocco di legno che ogni famiglia porta nella piccola piazza antistante alla chiesa. Segue poi la benedizione del fuoco e degli animali a cura del parroco locale.
I festeggiamenti tradizionali si spostano poi nelle case. Le tavole di ogni calvellese, nel giorno del Santo d’Egitto, prevedono la presenza di piatti stagionali molto apprezzati.
Il menù della giornata infatti è caratterizzato da un primo piatto di fusilli, fatti in casa da sapienti mani, al sugo di pezzente, arricchiti dal forte sapore del rafano, scavato dal terreno nei boschi calvellesi, oppure gli strascinati mollicati, uniti al sugo di pezzente e ai peperoni cruschi; un secondo piatto è la pecora alla “pastorale” oppure semplici portate di carne come stufati, sformati, bolliti. Come contorno sono molto apprezzati i funghi, che il sottobosco regala. Appare anche il tradizionalissimo, ma buonissimo caciocavallo podolico biologico di produzione locale. Ma la pietanza che più caratterizza l’anima della festa e della convivialità tra concittadini a tavola è sicuramente la “pastatella”: si tratta di un dolcetto, della forma di un raviolo, ripieno di trito di castagne, misto al cioccolato oppure al sanguinaccio, il tutto arricchito da una spolverata di zucchero a velo.
Le Pastatelle si sposano perfettamente con il caldo sapore del vino bollito, prodotto per mezzo di strumenti artigianali molto antichi e pregiati, reduci da longeve tradizioni familiari. Ogni pietanza viene servita nei raffinati piatti della tradizione ceramistica calvellese. Il resto della giornata è trascorso con canti e balli folkloristici, animati dal vivace e allegro suono dell’organetto e dell’elegantissima fisarmonica.
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